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MetaTrader: MT4, MT5 per i CFD

Metatrader è una delle piattaforme di trading online più popolari al mondo, utilizzata da milioni di trader in tutto il globo. In Italia, come in molti altri paesi, le attività di trading online sono soggette a normative fiscali specifiche. In questo articolo, esploreremo l’uso di Metatrader in Italia, l’importanza di dichiarare il conto trading e le implicazioni fiscali relative ai contratti per differenza (CFD).

Metatrader tramite le due piattaforme MT4 e MT5 offre ai trader una vasta gamma di strumenti per negoziare i mercati finanziari, tra cui valute, azioni, materie prime e indici. La piattaforma supporta anche la negoziazione di contratti per differenza (CFD), uno strumento finanziario che consente di speculare sulle variazioni di prezzo degli asset sottostanti senza possederli fisicamente.

In Italia, i contratti per differenza sono soggetti a normative specifiche. In particolare, i guadagni derivanti dalla negoziazione di CFD sono soggetti a tassazione e devono essere dichiarati nella propria dichiarazione dei redditi annuale. I guadagni sono soggetti ad un’imposta sulle plusvalenze, ovvero una tassa sulle somme ottenute dalla vendita di strumenti finanziari.

L’imposta sulle plusvalenze in Italia varia in base alla durata della detenzione degli strumenti finanziari. L’imposta sulle plusvalenze per i CFD tradati tramite i broker che utilizzano Metatrader è del 26%.

È importante notare che i trader che utilizzano Metatrader in Italia devono seguire le regole fiscali stabilite dallo Stato italiano. Ciò significa che i guadagni derivanti dalle attività di trading, inclusi quelli ottenuti dalla negoziazione di CFD, devono essere dichiarati nella propria dichiarazione dei redditi annuale.

Per dichiarare correttamente i guadagni ottenuti dalla negoziazione di CFD, i trader devono tenere traccia delle operazioni effettuate, dei costi e delle commissioni pagate e dei guadagni e delle perdite generati. Metatrader offre strumenti e report dettagliati per gestire e monitorare le attività di trading, ma è importante mantenere una buona organizzazione dei documenti e delle informazioni relative alle attività di trading.

Inoltre, è importante scegliere il tipo di conto CFD che si intende utilizzare su Metatrader. Ci sono diverse opzioni disponibili, tra cui conti standard e conti a margine. I conti a margine consentono ai trader di negoziare su una quantità di fondi maggiore di quella effettivamente depositata sul conto. Tuttavia, i conti a margine possono comportare un rischio maggiore di perdite e richiedono una maggiore attenzione nella gestione del capitale.

In Italia, è importante scegliere un broker regolamentato dalla Consob, ovvero la Commissione Nazionale per le Società e la Borsa. La Consob è l’autorità che regola gli intermediari di attività finanziarie in Italia.

 

 

 

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TradeStation in Italia

Tradestation
Come si fa la dichiarazione Tradestation Italia?

Tradestation è una piattaforma di trading online che permette agli investitori di negoziare titoli e strumenti finanziari in tempo reale. In Italia, come in molti altri paesi, le attività di trading online sono soggette a normative fiscali specifiche. In questo articolo, esploreremo l’uso di Tradestation in Italia e le implicazioni fiscali relative alla dichiarazione dei guadagni e delle perdite.

Innanzitutto, è importante sottolineare che gli investitori italiani che utilizzano Tradestation devono seguire le regole fiscali stabilite dallo Stato italiano. In particolare, i guadagni derivanti dalle attività di trading devono essere dichiarati nella propria dichiarazione dei redditi annuale.

I guadagni sono soggetti ad un’imposta sulle plusvalenze, ovvero una tassa sulle somme ottenute dalla vendita di strumenti finanziari.

La dichiarazione fiscale dei guadagni e delle perdite generati tramite Tradestation può essere effettuata in diversi modi. In primo luogo, gli investitori possono decidere di gestire la dichiarazione dei redditi da soli, utilizzando il modello F24 per effettuare i pagamenti delle tasse. Questo approccio richiede una buona conoscenza delle normative fiscali e una gestione accurata dei dati relativi alle attività di trading.

Un’altra opzione per la dichiarazione fiscale dei guadagni e delle perdite è quella di affidarsi ad un commercialista o ad un professionista del settore. Questi esperti possono aiutare gli investitori a compilare la dichiarazione dei redditi, a calcolare l’imposta sulle plusvalenze e a gestire gli eventuali adempimenti fiscali.

In ogni caso, è fondamentale mantenere una buona organizzazione dei documenti e delle informazioni relative alle attività di trading su Tradestation. Gli investitori devono tenere traccia delle operazioni effettuate, dei costi e delle commissioni pagate e dei guadagni e delle perdite generati. In questo modo, sarà possibile compilare la dichiarazione dei redditi in modo preciso e completo.

Un altro aspetto importante da considerare è il rispetto delle norme anti-riciclaggio. In Italia, come in molti altri paesi, le attività di trading sono soggette ad una serie di regole per prevenire il riciclaggio di denaro. Gli investitori devono fornire informazioni sulle loro attività finanziarie e sui loro conti bancari, in modo da garantire la trasparenza delle operazioni.

In conclusione, l’uso di Tradestation in Italia richiede una buona conoscenza delle normative fiscali e la capacità di gestire con precisione le attività di trading. La dichiarazione fiscale dei guadagni e delle perdite deve essere effettuata entro la scadenza fiscale.

 

 

 

 

 

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IVAFE

L’imposta IVAFE è un’imposta indiretta che deve essere pagata dai contribuenti italiani sul valore degli attivi finanziari detenuti all’estero. L’imposta è stata introdotta nel 2012 come parte di un pacchetto di riforme fiscali volto a contrastare l’evasione fiscale e a rafforzare la base imponibile italiana.

L’IVAFE è applicata sui conti correnti bancari e postali, sulle azioni, sui titoli di stato e sui fondi comuni di investimento detenuti all’estero da parte di cittadini italiani. L’imposta è calcolata sulla base di una tassazione del 0,2% del valore degli attivi finanziari detenuti all’estero, con un’imposta minima di 34,20 euro e una massima di 1.000 euro per anno fiscale.

L’introduzione dell’IVAFE ha rappresentato un importante passo avanti nella lotta all’evasione fiscale in Italia, in quanto ha permesso alle autorità fiscali italiane di monitorare meglio i flussi finanziari all’estero e di individuare eventuali frodi fiscali. L’imposta ha anche aumentato la trasparenza finanziaria dei contribuenti italiani, obbligandoli a dichiarare la presenza di attività finanziarie all’estero.

Il monitoraggio fiscale dell’IVAFE è affidato all’Agenzia delle Entrate, l’organismo governativo italiano che si occupa della riscossione delle imposte. L’Agenzia ha il compito di verificare la corretta applicazione dell’imposta, attraverso il controllo delle dichiarazioni dei contribuenti e delle informazioni fornite dalle autorità fiscali estere.

Per garantire un’efficace applicazione dell’imposta, l’Agenzia delle Entrate ha anche stretto accordi con altre autorità fiscali estere, al fine di scambiare informazioni sui contribuenti che detengono attività finanziarie all’estero. Grazie a questi accordi, le autorità fiscali italiane possono monitorare meglio i flussi finanziari all’estero dei contribuenti italiani e individuare eventuali frodi fiscali.

Il monitoraggio fiscale dell’IVAFE rappresenta un importante strumento per il contrasto all’evasione fiscale in Italia, in quanto permette alle autorità fiscali di verificare la corretta applicazione dell’imposta e di individuare eventuali frodi fiscali. Tuttavia, è importante sottolineare che il monitoraggio fiscale dell’IVAFE non deve essere considerato come l’unico strumento per contrastare l’evasione fiscale, ma come una parte integrante di un sistema fiscale efficace e equo.

L’efficacia del monitoraggio fiscale dell’IVAFE dipende anche dalla collaborazione dei contribuenti italiani, che devono dichiarare in modo corretto e completo le loro attività finanziarie all’estero. È importante ricordare che la mancata dichiarazione dell’IVAFE può comportare sanzioni pecuniarie e penali, oltre al rischio di essere sottoposti a controlli fiscali più approfonditi.

Inoltre, l’IVAFE non deve essere considerata come un’imposta discriminatoria nei confronti dei contribuenti italiani che detengono attività.

 

 

 

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Trading212 in Italia

Trading212 è un broker online molto popolare in Italia, che offre la possibilità di fare trading su una vasta gamma di mercati finanziari, tra cui azioni, materie prime, forex e criptovalute. In questo articolo, parleremo di Trading212 in Italia, esaminando le sue caratteristiche principali, i vantaggi e gli svantaggi, e fornendo informazioni utili per coloro che sono interessati a utilizzarlo.

Caratteristiche di Trading212 in Italia

Trading212 è un broker online molto versatile, che permette di fare trading su numerosi mercati finanziari. Uno dei suoi punti di forza è la sua piattaforma di trading, che è facile da usare e offre una vasta gamma di strumenti di analisi tecnica. Inoltre, Trading212 offre anche un account demo gratuito, che consente ai trader di testare la piattaforma e la propria strategia di trading senza rischiare denaro reale.

Trading212 in Italia offre anche una vasta gamma di strumenti di trading, tra cui CFD (contratti per differenza), che consentono ai trader di speculare sul prezzo di un’attività sottostante, senza possederla fisicamente. Inoltre, Trading212 offre anche la possibilità di fare trading su criptovalute, come Bitcoin, Ethereum e Litecoin, che stanno diventando sempre più popolari tra i trader.

Vantaggi di Trading212 in Italia

Trading212 ha numerosi vantaggi per i trader italiani. Innanzitutto, è un broker online molto affidabile e sicuro, con una regolamentazione da parte delle autorità finanziarie europee. Inoltre, offre una piattaforma di trading intuitiva e facile da usare, che è adatta sia ai trader principianti che a quelli esperti.

Inoltre, Trading212 offre anche spread molto competitivi, che sono tra i più bassi del mercato. Ciò significa che i trader italiani possono guadagnare di più sulle loro operazioni di trading, risparmiando sui costi delle transazioni. Inoltre, Trading212 offre anche leva finanziaria, che consente ai trader di aumentare il loro potenziale di guadagno, anche se è importante ricordare che la leva finanziaria comporta anche un maggiore rischio.

Il conto Trading212 va sempre dichiarato, contatta Tasse Trading per aiutarti a dichiarare il conto Trading212.

Conclusioni

In conclusione, Trading212 è un broker online molto popolare in Italia, che offre la possibilità di fare trading su una vasta gamma di mercati finanziari. La sua piattaforma di trading è facile da usare e offre numerosi strumenti di analisi tecnica, mentre i suoi spread competitivi e la leva finanziaria

 

 

 

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Conto Trading Non Dichiarato

Il trading online è diventato sempre più popolare negli ultimi anni, offrendo la possibilità di investire denaro e generare profitti in modo relativamente semplice e veloce. Tuttavia, come ogni attività finanziaria, il trading online è soggetto a normative e regolamentazioni, tra cui l’obbligo di dichiarare le entrate di denaro, l’obbligo di monitoraggio fiscale, e l’obbligo di pagare le imposte sui redditi e l’IVAFE.

In Italia, il conto trading non dichiarato è un problema diffuso tra gli investitori, che spesso trascurano l’obbligo di dichiarare i guadagni realizzati attraverso il trading online. Questo comportamento può portare a conseguenze negative, tra cui sanzioni e multe, e può mettere a rischio la propria reputazione finanziaria.

Il Conto Trading Non Dichiarato Può Essere Sanato?

Esiste una soluzione per coloro che hanno commesso l’errore di non dichiarare il conto in passato: il ravvedimento operoso. Tasse Trading Srl è specializzata nell’assistenza fiscale per i trader online, fornendo una elaborazione fiscale della propria attività di trading, con un calcolo dettagliato di tutte le plusvalenze, minusvalenze, interessi, dividendi, e altre somme utili per la dichiarazione. Viene fornito un Modello Redditi Precompilato Trading e assistenza ai propri clienti nel regolarizzare la propria posizione fiscale, aiutandoli a dichiarare correttamente le entrate e le uscite di denaro e a evitare sanzioni e multe.

Tasse Trading Srl tramite i suoi professionisti offre una vasta gamma di servizi ai propri clienti, tra cui la predisposizione e la presentazione delle dichiarazioni fiscali, l’assistenza nella gestione delle posizioni aperte e chiuse e il supporto nella scelta delle migliori strategie di trading per massimizzare i profitti e minimizzare le tasse.

Inoltre, Tasse Trading Srl può aiutare i propri clienti a ottenere vantaggi fiscali, come strategie per ridurre il carico fiscale.

In sintesi, il conto trading non dichiarato in Italia può portare a conseguenze negative per gli investitori online, ma l’aiuto di Tasse Trading Srl può consentire di regolarizzare la propria posizione fiscale e minimizzare i rischi associati all’attività di trading online. Grazie ai servizi offerti da questa società, gli investitori possono dichiarare correttamente le entrate e le uscite di denaro, ottenere vantaggi fiscali e massimizzare i profitti.

Che cosa fare per sanare il conto trading non dichiarato?

Contatta gratuitamente Tasse Trading tramite la nostra chat o per telefono. Ti aiuteremo a capire come potrai sanare la posizione del tuo conto trading non dichiarato!

 

 

 

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Scadenza invio dichiarazione trading 28 febbraio

Che scadenza fiscale c’è il 28 febbraio?

Ultima data per inviare la tua dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate per l’anno fiscale 2021.

Il 28 febbraio 2023 c’è scadenza per l’invio telematico della dichiarazione dei redditi tardiva all’Agenzia delle Entrate.

Quando si fa trading online bisogna sempre dichiarare il conto trading inserendolo in dichiarazione dei redditi entro il 30 novembre dell’anno successivo. Ad esempio l’anno 2021 andava dichiarato entro il 30 novembre 2022. Se si perde la scadenza del 30 novembre, l’Agenzia Entrate permette ancora di presentare una dichiarazione tardiva entro 90 giorni, ovvero il 28 febbraio 2023.

Decorsa questa data non è più possibile presentare alcuna dichiarazione (se non si ha presentato Modello Redditi/730).

Scadenza 28 febbraio Dichiarazione Tardiva

Quali scadenze bisogna ricordare se si fa trading?

Riportiamo un esempio:

Se si apre un conto trading estero nel 2021 si dovrà aspettare di terminare l’anno per pensare alla dichiarazione dei redditi. Già a partire da gennaio 2022 ci si può affidare a Tasse Trading per richiedere l’elaborazione fiscale. Si riceverà da Tasse Trading entro 14 giorni lavorativi il Facsimile del Modello Redditi da ricopiare il dichiarazione.

Entro il 30 giugno 2022 si deve consegnare il Facsimile ad un Commercialista, a un CAF oppure autonomamente per trasmetterlo telematicamente all’Agenzia Entrate e pagare le imposte. Se si fa questo entro la prima scadenza (30 giugno) non si pagheranno imposte maggiorate. Viceversa, se si passa alla seconda scadenza per il pagamento delle imposte, quella del 30 luglio si pagheranno le imposte maggiorate dello 0.40%.
Decorsa anche la seconda scadenza si potranno sempre pagare le imposte versando maggiorazioni per il ritardo.

Entro il 30 novembre 2022 si dovrà presentare la dichiarazione dei redditi, se si effettua entro questa data non si pagheranno maggiorazioni. Viceversa dopo il 30 novembre, vengono concessi altri 90 giorni per presentare la dichiarazione dei redditi tardiva pagando una maggiorazione a partire da €25.

E se si perde anche quest’ultima scadenza, ovvero quella del 28 febbraio?

Se ho presentato il 730 o comunque ho fatto la dichiarazione dei redditi (senza inserire i redditi da trading) posso presentare una DICHIARAZIONE DEI REDDITI INTEGRATIVA. Contestualmente alla presentazione della dichiarazione integrativa, dovranno essere versate le eventuali maggiori imposte dovute, i relativi interessi e le sanzioni ridotte in funzione della tempestività con cui sarà effettuata la regolarizzazione, come previsto dall’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n.472 (ravvedimento operoso).

Se invece non ho fatto né il 730 né alcuna dichiarazione non potrò più dichiarare il conto rischiando sanzioni fiscali per omessa dichiarazione dei redditi.

 

Hai ricevuto il nostro facsimile del 2021 ma non l’hai ancora inviato all’Agenzia Entrate?

Affrettati, hai tempo fino al 28 febbraio 2023.

Se invece hai già fatto tutto, puoi contattarci per ricevere il facsimile del 2022 del tuo conto trading!

 

Contattaci qui (link) per non perderti le scadenze ed evitare sanzioni!

 

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SANATORIA CRIPTOVALUTE: L’ISTANZA DI EMERSIONE

COME REGOLARIZZARE LE PROPRIE CRIPTO-ATTIVITA’ AGLI OCCHI DEL FISCO

 

La legge di bilancio 2023, in vigore dal 1° gennaio 2023, ha introdotto la possibilità, per il contribuente, di regolarizzare la propria posizione fiscale, relativamente al possesso di monete virtuali, attraverso l’istituto dell’istanza di emersione (per tutte le altre novità introdotte consulta il nostro articolo).

Infatti, ai contribuenti che non hanno dichiarato il possesso di cripto-attività fino al 31/12/2021 e che non possono utilizzare il sistema del ravvedimento operoso per integrare/modificare le dichiarazioni, la nuova normativa permette di presentare una particolare istanza (istanza di emersione) al fine di sanare la propria posizione col Fisco italiano.

Le strade possibili da percorrere per regolarizzare le cripto

E’ utile fare subito un distinguo in merito alle strade che il contribuente può percorrere: se un contribuente non ha dichiarato le sue cripto-attività e non ha mai presentato alcuna dichiarazione anche di altri eventuali redditi posseduti (es. non ha mai presentato la dichiarazione 730, quindi il caso di omessa dichiarazione) per regolarizzare la sua posizione ha soltanto una via obbligata: presentare l’istanza di emersione.

Al contrario, se un contribuente non ha dichiarato le sue cripto-attività ma ha presentato una dichiarazione dei redditi (es. dichiarazione 730), per far emergere la detenzione delle sue cripto, potrà presentare l’istanza di emersione oppure presentare le dichiarazioni integrative con il ravvedimento operoso. 

L’istanza di emersione

Fatta questa necessaria premessa, passiamo a vedere nel dettaglio l’istituto dell’istanza di emersione.

Il comma 138 all’articolo 1 della Legge 197/2023 recita che “i soggetti che non hanno indicato nella propria dichiarazione annuale dei redditi le cripto-attività detenute entro la data del 31 dicembre 2021, nonché i redditi sulle stesse realizzati, possono presentare istanza di emersione secondo il modello approvato con il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate”. E’ prevista la dicitura “possono” perché, come abbiamo scritto in premessa, il contribuente potrebbe decidere di percorrere la via del ravvedimento operoso laddove avesse presentato una dichiarazione dei redditi.
Si segnala che l’Agenzia delle entrate ancora non ha provveduto a pubblicare il modello col quale presentare l’istanza.

Due possibili scenari per far emergere le proprie cripto al Fisco

Statuito ciò la norma contempla due scenari: il contribuente che ha realizzato redditi e colui che, invece, non ha realizzato redditi o plusvalenze.
Nel caso in cui non siano state realizzate plusvalenze, il legislatore offre la possibilità di regolarizzarsi presentando l’istanza e contestualmente versare, a titolo di sanzione per l’omessa indicazione, lo 0.5% per ciascun anno sul valore finale delle attività non dichiarate (comma 139).

Alternativamente, per chi ha realizzato plusvalenze si potrà sanare la propria posizione relativamente alla detenzione di criptovalute presentando l’istanza e congiuntamente versare un’imposta sostitutiva nella misura del 3.5% del valore delle attività detenute al termine di ciascun anno, o al momento del realizzo, e una sanzione pari allo 0.5% per ciascun anno del predetto valore (quindi un 4% complessivo). Si evidenzia come la norma sia poco chiara sulla quantificazione del valore sul quale si dovrà eventualmente andare a pagare il 4% (es. se sono da considerare anche i prelievi effettuati o meno). Sarà il provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate a indicare contenuto, modalità, termini di presentazione e modalità di attuazione dell’istanza (comma 141).

Rimaniamo in attesa fiduciosi che suddetto provvedimento possa sciogliere i dubbi ad oggi ancora presenti.
Non appena avremo maggiori informazioni saremo in grado di poterti aiutare.

 

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Novità in materia di criptovalute contenute nella Legge di Bilancio 2023 (L. 197/2022)

NUOVA FISCALITA’ PER LE CRIPTOVALUTE

La Legge di Bilancio 2023 (L. 29 dicembre, n. 197), in vigore dal 1° gennaio 2023, presenta alcune interessanti novità in materia di criptovalute.

Di seguito si analizzano alcuni aspetti rilevanti.

Il testo contempla, all’art. 1 comma 126 e seguenti, una riforma organica della normativa in materia di criptovalute.

Dalla lettura del testo normativo si evince il mutamento dell’inquadramento fiscale delle cripto. Infatti, si stabilisce che le plusvalenze e gli altri proventi realizzati mediante cessione a titolo oneroso, permuta o detenzione di cripto-attività, comunque denominata, archiviata o negoziata elettronicamente su tecnologie di registri distribuiti o tecnologie equivalenti costituiscono “redditi diversi se non costituiscono redditi di capitale” ai sensi dell’articolo 67 comma 1 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), soggetti ad imposta sostitutiva del 26%.

TASSAZIONE CRIPTOVALUTE: NUOVA FRANCHIGIA

Inoltre, viene stabilita una nuova franchigia: sparisce la soglia dei 51.645,69€ per lasciar spazio a quella fissata a 2.000€: tutte le plusvalenze al di sotto dei 2.000€ (per l’anno di imposta) non assumeranno rilevanza fiscale mentre le plusvalenze ed i proventi che supereranno suddetto importo, invece, costituiranno reddito imponibile.

NB: la franchigia di 2000€ vale solo per anni fiscali 2023 e 2024. Dal 2025 la franchigia è stata abolita!

COME SI CALCOLANO LE PLUSVALENZE?

Alla luce di ciò sorge spontanea una domanda: come si calcolano le plusvalenze? Sarà rilevante il differenziale tra il corrispettivo percepito per la cessione e il costo o il valore di acquisto. Il costo o valore di acquisto “è documentato con elementi certi e precisi a cura del contribuente; in mancanza il costo è pari a zero“.

QUALI OPERAIZONI HANNO RILEVANZA FISCALE?

  • Conversione Cripto-Fiat: La vendita di criptovalute in cambio di Euro, Dollari o altri monete Fiat.
  • Conversione Cripto-Stablecoin: Lo scambio di una criptovaluta verso stablecoin definite dal MiCa come “e-money token” ancorate a valute fiat, come USDT (Tether) e USDC. Questo passaggio è equiparato a un incasso (cash-out).
  • Acquisto di beni o servizi: Pagare un bene direttamente in cripto o usare le card degli exchange.
  • Trasferimento verso terzi: Cedere cripto a un wallet non tuo.
  • Proventi da rendita: Tutto ciò che deriva da StakingAirdropMining o un’altra forma di interessi da cripto-attività. Questi proventi sono tassati al valore di mercato nel momento in cui li ricevi nel wallet.

NON SONO TASSABILI GLI SCAMBI CRIPTO-CRIPTO

Un’altra novità è rappresentata dall’assenza di rilevanza fiscale degli scambi cripto-cripto: infatti si precisa che non costituisce una fattispecie fiscalmente rilevante la permuta tra cripto-attività aventi medesime caratteristiche e funzioni. Questo significa che passare da una criptovaluta all’altra non genera reddito sottoposto a tassazione. Mentre ogni scambio che non rientra nella propria categoria può essere tassato. Assume, inoltre, rilevanza fiscale la conversione della criptovaluta in euro o altra valuta fiat.

MONITORAGGIO FISCALE CRIPTOVALUTE: SANATORIA

Infine, si fornisce al contribuente un’opportunità di sanare la propria posizione nel caso di detenzione di cripto attività mai dichiarate. Infatti, si avrà la possibilità di presentare un’apposita dichiarazione versando la sanzione di omessa segnalazione nella misura pari allo 0.5% per ciascun anno sul valore delle attività non dichiarate al fine regolarizzare il mancato monitoraggio fiscale. Nell’ipotesi in cui, invece, le cripto-attività abbiano generato delle plusvalenze si potrà regolarizzare la propria posizione mediante il pagamento di un’imposta sostitutiva del 4%(3.5%+ 0.5%) del valore delle attività non dichiarate. 

 

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Interactive Brokers Form 836: ritenuta alla fonte sugli interessi in Irlanda

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Nel mese di novembre del 2022 alcuni nostri clienti hanno ricevuto questa email da Interactive Brokers

“Normativa in vigore in Irlanda – Ritenuta alla fonte sugli interessi”?

L’Irish Revenue Authority (ovvero l’Agenzia delle entrate in Irlanda) richiede IBKR la riscossione della ritenuta alla fonte sugli interessi. La ritenuta fiscale per l’esercizio del 2022 verrà riscossa dal conto U******** in data 5 dicembre 2022. Nel caso in cui tu abbia un’esenzione in quanto società* oppure qualora tu abbia già provveduto a fornire il modulo 8-3-6 per l’esenzione.

I clienti che risiedono in paesi del SEE (Spazio Economico Europeo) e i clienti in paesi che hanno un DTA (convenzione sulla doppia imposizione fiscale) con l’Irlanda, potranno evitare alcune o tutte le future ritenute fiscali. Per far questo basterà completare il Modulo 8-3-6 e farlo firmare dalle autorità fiscali del proprio paese. Il modulo infine andrà inviato a IBKR.

Ti invitiamo a cliccare qui per una spiegazione completa sulla ritenuta fiscale, sul Modulo 8-3-6 e per istruzioni dettagliate su come fare richiesta per un’esenzione o una riduzione dell’imposta.

Ti ricordiamo che la ritenuta alla fonte si applica a tutti i clienti che risiedono in Irlanda, sia nel caso di persone fisiche (incluse le partnership) che nel caso di società.

A partire dal gennaio del 2023, la ritenuta alla fonte verrà applicata con cadenza mensile su tutti gli interessi sui pagamenti per tutti i clienti che non hanno l’esenzione.

Nella misura in cui i clienti paghino la ritenuta fiscale nel 2022, essi potranno avere il diritto a chiedere il rimborso (parziale o totale) delle imposte versate all’Irish Revenue Commissioners alla fine dell’anno corrente. Tale possibilità dipenderà ancora una volta dal tipo di accordo DTA firmato tra il paese di residenza dei clienti e l’Irlanda. Avremo cura di inviarti per tempo maggiori informazioni sulla procedura per il rimborso delle imposte.

* La ritenuta alla fonte non viene applicata ai clienti che risultano essere società in paesi che cono membri dell’Unione europea (eccetto l’Irlanda) oppure società in paesi che hanno firmato un DTA con l’Irlanda.


Compilando il Modulo 8-3-6 la ritenuta si abbassa dal 20% al 10%.

Quindi cosa bisogna fare per evitare questa doppia imposizione sul conto Interactive Brokers Irlanda?

  1. Scarica il Modulo 8-3-6 (link)
  2. Compila il Modulo 8-3-6: inserendo il nome, l’indirizzo, il codice fiscale, il paese di residenza (ITALIA) e l’aliquota (questi dati sono pre-compilati), firma e data
  3. Invia il Modulo all’autorità fiscale. Infatti è possibile prenotare un appuntamento all’Agenzia delle Entrate al fine di farsi vidimare e firmare il Modulo, consigliamo di contattare la sede dell’ADE più vicina per ricevere informazioni più dettagliate circa modalità e tempi.
  4. Invia una e-mail in formato PDF o JPEG a tax-withholding@interactivebrokers.com

 

Irish Interest Tax WithholdingDear Client,

The Irish Revenue Authority requires IBKR to collect withholding tax on credit interest income. The withholding tax for 2022 year-to-date will be collected from account U7050414 (Clough) on December 5. You may disregard this message if you are an exempt corporation* or have already provided your exemption Form 8-3-6.EEA clients and clients in countries with Double Tax Agreements (DTAs) with Ireland can avoid some or all future withholding tax deductions by completing Form 8-3-6, having it countersigned by their local tax authorities and returning it to IBKR. For a full explanation of the withholding tax, Form 8-3-6 and instructions on filing for an exemption or reduction, please click here .Please note that the withholding tax applies to all clients who are resident in Ireland, whether individuals (including partnerships) or companies.From January 2023, withholding tax will be applied monthly to all interest payments to clients who are not exempt.To the extent clients pay withholding tax in 2022, they may be entitled to reclaim some or all of the tax paid from the Irish Revenue Commissioners after the end of the current year. This depends on the DTA between clients’ country of residence and Ireland. We will provide more detail on the reclaim process in due course.

Contattaci per ricevere le ultime informazioni sulla doppia imposizione fiscale

 

 

 

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Dichiarazione Crypto.com

Come funziona la fiscalità di Crypto.com?

 

Dichiarazione Crypto.com 1

Crypto.com è un ’exchange di criptovalute fondato nel 2016 con sede a Singapore e gestito dalla società Foris DAX Asia. 

La piattaforma conta più di 50 Milioni di utenti e opera in 90 paesi.

La missione di questo exchange è quella di diventare un ecosistema unico per tutti gli investitori di criptovalute, per questo il servizio unisce la tecnologia blockchain, la finanza decentralizzata e il sistema monetario tradizionale in un unico prodotto.

 

 

COSA OFFRE LA PIATTAFORMA CRYPTO.COM

 

Attualmente il sistema si compone di un’applicazione per smartphone, carte prepagate Visa ed un Exchange Web in grado di offrire diverse funzionalità.

Exchange

L’exchange è la funzionalità principale di questa piattaforma e permette lo scambio di diverse criptovalute (Bitcoin, Ethereum, Ripple, litecoin, etc.)

Carte Visa

Crypto.com mette a disposizione degli utenti differenti carte Visa che essendo delle vere e proprie carte reali non possono essere caricate direttamente di un quantitativo di monete digitali ma è la piattaforma che converte, tramite il suo sistema, le criptovalute in monete legali.

Fra le carte che Cripto.com mette a disposizione troviamo: 

  • Midnight Blue, è la carta base che non ha costi di registrazione e offre l’1% di cashback, erogato nella valuta CRO, sugli acquisti. La carta può anche essere utilizzata come bancomat senza pagare alcuna commissione fino a prelievi entro i 200€ al mese. Sui prelievi superiori viene applicata una commissione del 2%.

 

  • Ruby Steel, necessita di un deposito di 350 euro in CRO. In questo modo si ha diritto al 2% di cashback sulla carta. I limiti di prelievo salgono a 400 € al mese e se si è acquistato l’abbonamento Spotify Premium con questa carta si ha diritto al rimborso.

 

  • Royal Indigo & Jade Green, depositando 3.500 euro, si può ottenere la carta Royal Indigo dove il Cashback aumenta al 3% e oltre a Spotify verrà rimborsato anche il canone annuo di Netflix. I limiti di prelievo in questo caso salgono a 800 € al mese

 

  • Frosted Rose Gold & Icy White, necessitano di 350.000 euro di deposito. In questo caso avrai diritto all’8% di cashback oltre che al rimborso di Spotify, Netflix e Amazon Prime e la possibilità di prenotare sul portale di Airbnb e Expedia.

App

Cripto.com è disponibile su iOS o Android e ti permette di comprare e vendere asset digitali, guadagnare interessi prestando criptovalute oppure ottenere prestiti in valuta digitale. L’applicazione è inoltre collegata ad una carta di debito VISA che ti permette di effettuare acquisti nei negozi fisici e online.

Sono presenti schede singole per ciascuna delle criptovalute che sono supportate da Crypto.com. Cliccando sopra il nome della criptovaluta si ha accesso ad un grafico completo, che riporta anche informazioni quali market cap, posto in classifica, volumi nelle ultime 24 ore, massimo storico, ritorno sull’investimento, prezzo record e numero di token in circolazione.

Sempre tramite questa schermata è possibile rapidamente acquistare la criptovaluta che interessa.

Crypto.com Pay

Una delle funzionalità sicuramente più interessanti proposte dalla piattaforma è Crypto.com Pay, aziende e commercianti possono accettare pagamenti in moneta virtuale.

Le operazioni principali che si possono effettuare sono quattro, ossia acquistare carte regalo con cui ricevere bonus esclusivi, airtime con cui fare ricariche al cellulare, scan, cioè scansionare un QR code associato a un wallet per trasferire criptovalute e infine inviare criptovalute ai propri contatti ottenendo un cashback pari al 10%.

Il servizio non prevede alcuna commissione sui pagamenti regolati in criptovaluta, mentre è prevista una commissione pari allo 0,5% per i pagamenti che avvengono in valuta fiat. 

Cripto.com si è lanciato recentemente anche nel mondo degli NTF, token non fungibili, offrendo un marketplace con la collaborazione di decine di artisti e sportivi di fama mondiale.

COMMISSIONI E PREZZI

 

Per quanto riguarda i costi per depositare delle criptovalute nell’applicazione non vi è alcuna commissione da sostenere. Cripto.com trattiene le commissioni relative allo scambio di criptovalute quando si fa trading e sono calcolate in base allo spread della coppia di cripto scelta. Non sono previste commissioni aggiuntive nemmeno per il prelievo di criptovalute.

In generale, le commissioni partono da un minimo di 0,4% e 0,1% per chi supera i 200.000.000 dollari di trading al mese. 

 

COME FARE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITI DEL CONTO CRIPTO.COM

 

Dichiarazione Crypto.Com

Per quanto riguarda la fiscalità di Crypto.Com quando si detengono criptovalute su exchange esteri, exchange decentralizzati, wallet fisici o  wallet virtuali si hanno due obblighi fiscali: 

  • obbligo di monitoraggio fiscale

Essendo Cripto.com un exchange estero è obbligatorio dichiarare il conto mediante la compilazione del quadro RW del Modello Redditi PF.

  • obbligo di dichiarare le plusvalenze e gli altri proventi realizzati (es. staking) non inferiori complessivamente a 2000€.

 

 

SCADENZE FISCALI

 

Quali sono le scadenze fiscali per la dichiarazione e il versamento delle imposte?

La scadenza per il versamento delle imposte è il 30 giugno dell’anno successivo rispetto al quale si fa riferimento.

Esiste la possibilità di versare le imposte, dopo il 30 giugno, entro il 30 luglio con una maggiorazione dello 0,40%.

La scadenza per l’invio della dichiarazione all’Agenzia delle Entrate è il 30 novembre.

Novità per il Modello Redditi 2024 (anno fiscale 2023)

⇒ 30 settembre: invio dichiarazione dei redditi

Per il Modello Redditi 2024, riferito all‘anno fiscale 2023, è stata introdotta una novità in quanto l’invio della dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate deve essere fatta entro il 30 settembre.