Tassazione dei “proventi lordi” su conti trading esteri
Nel recente articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore, emerge chiaramente come l’attenzione del Fisco si stia concentrando sui trader che operano tramite piattaforme estere. L’articolo evidenzia che molti italiani che non hanno dichiarato il conto trading sono stati raggiunti da questionari o inviti a comparire presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate, a causa di possibili incongruenze nelle dichiarazioni dei redditi derivanti da attività di trading online.
Come emerge dall’articolo “Risulta … che alcuni uffici rifiutano di prendere atto delle evidenze dei rendiconti e pretendono di tassare l’ammontare complessivo dei “pagamenti” risultanti dallo scambio d’informazioni che, però, rappresenta la somma degli introiti lordi e non il reddito”
La questione riguarderebbe la tassazione tramite pagamento dell’imposta sostitutiva del 26% sui proventi lordi quindi sul totale dei corrispettivi di cessione o di rimborso degli strumenti finanziari e di cessione di valute, senza dedurre i costi d’acquisto.
Se questo fosse effettivamente il metodo di calcolo, soprattutto per portafogli con molte transazioni, potrebbe risultare in una tassazione eccessiva rispetto al capitale originariamente investito.
C’è da domandarsi come l’Agenzia delle Entrate entra a conoscenza di questi dati, questo avviene attraverso lo scambio di informazioni tra istituti finanziari e autorità fiscali tramite il Common Reporting Standard. Il CRS è un ottimo strumento per arrivare alla trasparenza fiscale ma presenta alcune limitazioni riguardanti il calcolo delle plusvalenze.
Nonostante le notizie possano sembrare preoccupanti, è importante affrontarle con calma e con le informazioni giuste.
Il primo passo per evitare problemi con l’Agenzia delle Entrate è fare le dichiarazioni dei redditi correttamente e in modo completo altrimenti si può incorrere a controlli severi e sanzioni. Questa precauzione si è rivelata un’ottima difesa per i nostri clienti contro le lettere di compliance inviate dall’Agenzia delle Entrate.
Il nostro servizio non si limita alla sola compilazione del Modello Redditi ma comprende la rielaborazione del conto trading seguendo la normativa italiana e la creazione di un report di calcolo dettagliato che supporti ogni voce della dichiarazione.
Hai ricevuto una lettera da parte dell’Agenzia delle Entrate per i tuoi conti trading esteri?
Attraverso lo scambio di dati tra banche e broker con le autorità fiscali tramite il CRS, l’Agenzia delle Entrate entra a conoscenza della detenzione di conti trading esteri dei soggetti residenti in Italia, per questo motivo sono incrementate le lettere di compliance.
Il CRS è un ottimo strumento per arrivare alla trasparenza fiscale ma presenta alcune limitazioni riguardanti il calcolo delle plusvalenze.
La lettera di “Anomalia Redditi” solitamente segnala che ci sono stati movimenti di denaro o titoli su conti esteri che non corrispondono con quanto dichiarato nella propria dichiarazione dei redditi. Questo tipo di comunicazioni può generare confusione, poiché spesso i contribuenti ritengono di aver adempiuto correttamente alle loro obbligazioni fiscali.
Le informazioni trasmesse tramite il CRS possono essere troppo generali e non riflettere la realtà delle transazioni, come la distinzione tra capitale di ritorno e reddito effettivo.
Per affrontare questa situazione, ci sono due soluzioni:
Se sei un contribuente che ha usufruito del nostro servizio, in primo luogo analizzeremo la correttezza dei nostri elaborati, dopodichè puoi fornire i nostri report di calcolo a dimostrazione della correttezza delle dichiarazioni. Questi documenti permettono di rispondere con precisione alle richieste dell’Agenzia delle Entrate, mostrando che i “redditi non dichiarati” sono in realtà delle interpretazioni errate dei trasferimenti di capitale o di ritorni di investimento. Consigliamo di affidare la pratica ad un commercialista, un esperto può non solo assistere nella preparazione e presentazione di una risposta all’Agenzia delle Entrate, ma può anche rappresentare il contribuente in eventuali incontri o discussioni.
Se sei un contribuente che non ha mai dichiarato i conti trading detenuti all’estero prima di tutto è importante sanare le posizioni. Affidati a noi per le elaborazioni di tutti gli anni che non hai fatto. Il Fisco Italiano permette di correggere gli errori od omissioni eventualmente riscontrati mediante il ravvedimento operoso, presentando una dichiarazione integrativa e versando le maggiori imposte dovute (unitamente ai relativi interessi e sanzioni in misura ridotta). Non è immediato calcolare il ravvedimento operoso senza effettuare l’elaborazione e senza preparare la dichiarazione con il relativo F24.Leggi l’articolo sul ravvedimento operoso sul nostro sito: https://www.tassetrading.it/ravvedimento-operoso-conti-trading/ Con l’invio della dichiarazione integrativa e dopo aver sanato le sue posizioni puoi fornire i nostri report di calcolo a dimostrazione della correttezza delle dichiarazioni Questi documenti permettono di rispondere con precisione alle richieste dell’Agenzia delle Entrate, mostrando che i “redditi non dichiarati” sono in realtà delle interpretazioni errate dei trasferimenti di capitale o di ritorni di investimento.
Consigliamo di affidare la pratica ad un commercialista, un esperto può non solo assistere nella preparazione e presentazione di una risposta all’Agenzia delle Entrate, ma può anche rappresentare il contribuente in eventuali incontri o discussioni.
Common Reporting Standard (CRS): scambio automatico di informazioni tra brokers esteri e autorità fiscali
Dal 2016 è stato introdotto dall’autorità fiscale il Common Reporting Standard (CRS), strumento capace di incrementare la trasparenza fiscale e per impedire l’occultamento di attività e redditi in conti esteri trading.
Le istituzioni finanziarie sono obbligate a raccogliere e segnalare informazioni sui conti detenuti da non residenti alle autorità fiscali locali, le quali a loro volta scambiano automaticamente queste informazioni con le autorità fiscali nei paesi di residenza dei titolari dei conti.
Cos’è il Common Reporting Standard?
E’ uno standard globale per tutte le giurisdizioni partecipanti allo scambio di informazioni migliorando la disponibilità, la qualità e l’accuratezza delle informazioni al fine di lottare efficacemente contro la frode e l’evasione fiscale.
Come funziona il CRS?
Le banche (Fineco, Revolut …), i broker (come Interactive Brokers, Plus500, AvaOptions …), e gli exchange (Binance, Kraken, Coinbase …) sono obbligati a identificare i conti detenuti da persone e entità fiscali straniere e a riferire determinate informazioni su quei conti alle autorità fiscali locali. Queste informazioni includono:
Identità del titolare del conto
Saldo del conto alla fine dell’anno
Tipi di redditi, come interessi, dividendi e altri pagamenti generati dal conto
Limitazioni del CRS
Il CRS è un ottimo strumento per arrivare alla trasparenza fiscale ma presenta alcune limitazioni riguardanti il calcolo delle plusvalenze che possiamo riassumere in 3 punti importanti:
Il CRS raccoglie e trasmette dati piuttosto generici riguardanti i saldi e i flussi dei conti, non dettagli specifici sulle singole transazioni che possono determinare plusvalenze o minusvalenze. Questo significa che i dati forniti non includono informazioni su quando esattamente un’attività è stata acquistata o venduta, o a quale prezzo specifico.
I dati CRS non forniscono il contesto delle transazioni, come il motivo di un particolare movimento di denaro o la strategia di trading dietro una vendita o un acquisto. Questo è essenziale per calcolare correttamente le plusvalenze, che dipendono dalla differenza tra il costo di acquisto e il prezzo di vendita di un’attività.
Il CRS non fornisce informazioni sui costi di acquisto delle attività finanziarie, un dato cruciale per il calcolo delle plusvalenze. Senza questi dati, non è possibile determinare il guadagno o la perdita effettiva realizzata.
In conclusione..
E’ importante comprendere che il CRS fornisce alle autorità fiscali una visione generale dei loro conti finanziari all’estero ma non offre tutti i dettagli necessari per una dichiarazione fiscale accurata. Consigliamo di mantenere registrazioni dettagliate delle loro transazioni di investimento, inclusi i costi di acquisto e i dettagli delle vendite, per calcolare accuratamente le plusvalenze e assolvere correttamente i propri obblighi fiscali.
Inoltre è possibile che l’autorità fiscale quando viene a conoscenza del possesso del conto faccia dei controlli incrociati per verificare la dichiarazione effettiva del conto trading estero e se non trova riscontro invierà una lettera di compliace
Hai recentemente ricevuto una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate riguardante irregolarità nella dichiarazione dei redditi del 2019?
In queste ultime settimane, l’Agenzia delle Entrate ha avviato una campagna di notifiche ai residenti fiscali italiani per segnalare eventuali discrepanze riscontrate nelle dichiarazioni dei redditi relative all’anno fiscale 2019.
Grazie al meccanismo di scambio automatico di informazioni, le autorità fiscali italiane hanno ora piena visibilità sui patrimoni detenuti all’estero dai contribuenti, intensificando di conseguenza i controlli sulla correttezza delle dichiarazioni.
Di cosa tratta esattamente la comunicazione di Compliance?
“Gentile Contribuente, desideriamo informarLa che abbiamo rilevato una possibile anomalia nella Sua dichiarazione dei redditi relativa all’anno 2020. In particolare, in base ai dati in nostro possesso, ricevuti dalle Amministrazioni fiscali estere, risulta che: – i conti e le attività finanziarie da Lei detenuti all’estero non sono stati correttamente indicati nel quadro RW, ai fini del monitoraggio fiscale e/o dell’eventuale determinazione dell’IVAFE (Imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero). – i redditi da Lei percepiti a titolo di interessi, dividendi e altri proventi in relazione alle attività detenute all’estero non sono stati inseriti nei corrispondenti quadri dichiarativi. Potrà verificare i dati in nostro possesso relativamente alle attività finanziarie e/o ai redditi esteri percepiti nel 2020, posti a base della presente comunicazione, consultando i prospetti informativi disponibili nell’area riservata del sito internet www.agenziaentrate.nov.it, nella sezione «L’Agenzia scrive» del suo Cassetto fiscale.
Come fornire chiarimenti e chiedere informazioni se hai ricevuto una notifica di anomalie per la dichiarazione dei redditi 2020 Se ritiene che la nostra segnalazione non sia corretta, ma dovuta a inesattezze nelle informazioni pervenute dalle Amministrazioni fiscali estere oppure se ha già assolto gli obblighi dichiarativi (ad esempio per il tramite di una banca o di altro operatore finanziario italiano), La invitiamo a fornire chiarimenti e idonea documentazione, utilizzando il canale di assistenza CIVIS nella Sua Area riservata sul sito de11’Agenzia delle entrate, che consente di trasmettere i documenti in formato elettronico, con attestazione di ricevuta.
Come regolarizzare dopo una lettera di Compliance per il proprio conto trading estero Se ritiene, invece, che le nostre informazioni siano corrette, può regolarizzare la Sua posizione mediante il ravvedimento operoso, beneficiando così della riduzione delle sanzioni. La regolarizzazione spontanea della Sua posizione Le eviterà i relativi controlli da parte de11’Amininistrazione finanziaria. In tale sede, in caso di attività estere non indicate nel quadro RW e detenute in Stati o territori a fiscalità privilegiata, Lei avrà l’onere di dimostrare che le stesse non si sono costituite mediante redditi sottratti a tassazione.”
Per questo scopo, sono fornite istruzioni dettagliate su come effettuare il ravvedimento operoso, oltre a consigli su come compilare correttamente la dichiarazione integrativa per correggere le discrepanze.
In assenza di una regolarizzazione della situazione o, in alternativa, della presentazione di spiegazioni che possano giustificare le irregolarità, l’Agenzia delle Entrate potrebbe avviare verifiche approfondite.
Il nostro team di Tasse Trading è pronto a assisterti nel processo di regolarizzazione o per fornire le necessarie delucidazioni all’Agenzia delle Entrate in merito alle anomalie nella dichiarazione dei redditi del 2020. Ti invitiamo a contattarci quanto prima!
L’Agenzia delle Entrate ottiene dagli intermediari finanziari esteri determinate informazioni, ma non procede con un’analisi fiscale dettagliata. Per esempio, nella voce relativa ai proventi lordi viene riportato un importo che non corrisponde alla plusvalenza realizzata, bensì alla somma totale dei pagamenti ricevuti per tutte le transazioni eseguite (indicate nelle voci RT21 e RT22 del modello di dichiarazione).
È comune osservare che la somma dei pagamenti e dei costi associati superi notevolmente il valore effettivo del conto. Ciò è dovuto al fatto che lo stesso capitale può essere impiegato ripetutamente in diverse operazioni di acquisto e vendita.
RT21: Totale dei corrispettivi→ la somma dei ricavi generati da tutte le transazioni.
RT22: Totale dei costi → la somma dei costi sostenuti per tutte le transazioni.
RT23: Plusvalenza o minusvalenza reale
Si aggiunge che, spesso, si presume che il conto sia denominato interamente in GBP, a causa della precedente sede di Interactive Brokers (IB) nel Regno Unito, portando così a significative differenze nei tassi di cambio.
Per procedere con il ravvedimento operoso a seguito della ricezione della comunicazione di compliance per il conto trading estero, è necessario presentare una dichiarazione integrativa utilizzando esclusivamente il Modello Redditi Persone Fisiche 2020:
Presentazione della dichiarazione integrativa + pagamento delle maggiori imposte (con sanzioni ridotte).
In questa dichiarazione, oltre ai redditi, oneri e crediti già dichiarati originariamente (che non necessitano di modifiche), bisogna includere gli investimenti e le attività finanziarie possedute all’estero e/o i redditi di fonte estera evidenziati nella comunicazione ricevuta. In particolare, gli investimenti e le attività finanziarie estere dovranno essere riportati nel quadro RW del modello dichiarativo, mentre i redditi di fonte estera (interessi, dividendi e altri proventi legati a tali attività estere) per l’anno fiscale 2020 dovranno essere indicati nei quadri corrispondenti (RL, RM, e RT).
Al momento della presentazione della dichiarazione integrativa, sarà necessario versare le eventuali maggiori imposte dovute, insieme agli interessi e alle sanzioni ridotte, a seconda della prontezza nella regolarizzazione, come stabilito dall’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472, relativo al ravvedimento operoso.
Elenco dei Paesi White List per Investimenti Esterni: Garanzia di Trasparenza e Scambio di Informazioni
L’elenco dei paesi inclusi nella cosiddetta “white list”, ovvero la lista bianca, rappresenta quelle giurisdizioni riconosciute per il loro elevato standard di trasparenza e cooperazione nello scambio di informazioni finanziarie con l’Italia. Tale lista è definita dal Decreto Ministeriale del 4 settembre 1996, con successive modifiche, e include oltre 120 paesi che soddisfano i criteri richiesti per garantire un’adeguata condivisione di dati finanziari a scopi fiscali.
Quali Paesi Sono Inclusi nella White List Italiana?
Questi paesi, definiti da un decreto del Ministero delle Finanze italiano, si impegnano a garantire uno scambio di informazioni finanziarie che rispetta alti standard internazionali di compliance. L’appartenenza a questa lista si traduce in benefici diretti per gli investitori, in termini di minori obblighi di monitoraggio fiscale sugli investimenti detenuti in tali giurisdizioni. Questo elenco viene aggiornato annualmente per riflettere le nuove adesioni o eventuali esclusioni basate sulla reale collaborazione nello scambio di dati.
Vantaggi Fiscali e Semplificazioni Legate alla White List
Essere parte della white list significa che una giurisdizione offre garanzie sufficienti riguardo allo standard di scambio di informazioni finanziarie con l’Italia, facilitando una maggiore compliance internazionale. Questo status contrasta direttamente con le cosiddette “black list”, elenchi di paesi considerati non collaborativi sotto il profilo dello scambio di informazioni e della trasparenza fiscale, che comportano maggiori oneri e controlli per gli investitori.
Differenze Tra Paesi White List e Black List
La distinzione tra paesi della white list e quelli della black list risiede principalmente nella loro capacità di garantire trasparenza e cooperazione nello scambio di informazioni finanziarie. Mentre i paesi della white list soddisfano gli standard richiesti, quelli della black list vengono identificati come non collaborativi, influenzando così la gestione degli investimenti esteri e le decisioni relative alla residenza fiscale.
Trasparenza Internazionale e Scambio di Informazioni: Un Obiettivo Globale
La trasparenza e lo scambio di informazioni hanno acquisito importanza cruciale nell’ambito fiscale internazionale, con iniziative come la FATCA negli Stati Uniti e lo standard CRS dell’OCSE che mirano a migliorare la cooperazione globale. L’Unione Europea ha seguito questa tendenza, adottando normative che ampliano la cooperazione amministrativa e lo scambio di dati, segnando un passo importante verso una maggiore trasparenza fiscale a livello mondiale.
Grazie all’inclusione in questa lista, per gli investitori si aprono semplificazioni specifiche nella compilazione del quadro RW, parte della dichiarazione dei redditi italiana, relativo al monitoraggio delle attività finanziarie detenute all’estero. La partecipazione in società estere residenti in paesi della white list richiede la sola indicazione del valore e della percentuale di partecipazione, a differenza di quanto necessario per i paesi non inclusi, dove si richiede un dettaglio maggiore.
In conclusione, l’appartenenza alla white list di un paese offre vantaggi significativi sotto il profilo della trasparenza fiscale e della semplificazione degli adempimenti per gli investitori, rafforzando il contesto internazionale di cooperazione e scambio di informazioni.
Il Tuo Conto eToro e l’Imposta sulle Cripto Attività
A seguito della nostra recente comunicazione riguardante l’imposta cripto, abbiamo ricevuto numerose domande da parte dei clienti con conto eToro, in particolare:
Come posso regolarizzare le criptovalute detenute nel mio conto eToro?
Queste sono questioni rilevanti e, per questo motivo, desideriamo offrire alcuni chiarimenti essenziali su tre concetti finanziari: l’Imposta di Bollo, l’IVAFE e l’Imposta Cripto.
Imposta di Bollo: Questa imposta è a carico dell’intermediario italiano per i rapporti finanziari detenuti in Italia.
L’IVAFE Imposta di Bollo: Questa imposta è a carico dell’intermediario italiano per i rapporti finanziari detenuti in Italia.
L’imposta cripto: Funziona in modo simile all’IVAFE ma è applicata alle criptovalute per le quali non è stata versata l’imposta di bollo in Italia.
Imposta di bollo, IVAFE e Imposta Cripto Sono le tre imposte equivalenti?
Sì, benché la metodologia di calcolo differisca, tutte e tre le imposte mirano allo stesso scopo e prevedono un’aliquota dello 0,2% sul valore delle attività, calcolato in base al periodo di possesso.
Se possiedo un conto eToro, devo pagare sia l’IVAFE che l’Imposta Cripto?
– La risposta è sì se detieni sia criptovalute che azioni o contanti. Tuttavia, l’importo totale da pagare non sarà la somma delle due imposte: il nostro software specifico calcolerà l’imposta cripto dovuta sulle tue cripto-attività e l’IVAFE sul valore residuo delle altre attività finanziarie.Per ulteriori informazioni, ti invitiamo a visitare il nostro sito web o a contattarci tramite chat dal lunedì al venerdì, dalle 09:00 alle 18:00, per assistenza sul servizio e sulla fiscalità relativa al tuo conto eToro.
Che cos’è il modulo R-185 di Interactive Brokers? Ha una utilità per le tasse in Italia?
Una volta l’anno, i titolari di un conto Interactive Brokers Irlanda ricevono una email con questo testo. E’ utile il modulo R-185?
Gentile cliente di IBKR,
Il modulo R-185 relativo all’anno fiscale 2023 e associato al conto U****** è ora disponibile. Potrai consultarlo accedendo al tuo conto e selzionando le seguenti voci Performance & Report > Fiscalità. In alternativa, ti sarà possibile accedere tramite il seguente link:
Visita la pagina Informazioni e adempimenti fiscali del nostro sito web oppure contatta il nostro Servizio Clienti per saperne di più.
Cordiali saluti
Interactive Brokers
Il modulo R-185 è relativo alla ritenuta alla fonte sugli interessi per il conto con sede in Irlanda: “Certificate of Income Tax Deducted”.
Riportiamo il certificato ricevuto da Interactive Brokers:
Questo documento certifica l’avvenuto pagamento della ritenuta di imposta sugli interessi in Irlanda, nell’esempio riportato sopra possiamo constatare che la ritenuta è stata del 20%.
I clienti che risiedono in paesi del SEE (Spazio Economico Europeo) e i clienti in paesi che hanno un DTA (convenzione sulla doppia imposizione fiscale) con l’Irlanda, potranno evitare alcune ritenute fiscali, riducendo la ritenuta dal 20% al 10%.
Per usufruire dell’aliquota di ritenuta più bassa del 10% basterà completare il Modulo 8-3-6 e farlo firmare dalle autorità fiscali del proprio paese. Il modulo infine andrà inviato a IBKR. Per saperne di più in merito al modulo 836 e alla sua compilazione, ti invitiamo a cliccare qui per una spiegazione completa.
E il modulo R185 Certificate of Income Tax Deducted che cosa ne facciamo?
Se il certificato R-185 riporta una ritenuta del 10%, è il minimo che avremmo potuto pagare per cui possiamo tranquillamente mettere il nostro certificato in un cassetto. In teoria, se il certificato presenta una ritenuta applicata al 20% potremmo richiedere il rimborso per la differenza tra l’importo versato e l’importo che sarebbe stato dovuto al 10%: ma considerando i costi di gestire tale pratica questa operazione avrà senso soltanto se stiamo parlando di un rimborso di varie centinaia, o migliaia di euro.
Tasse Trading è specializzato nell’elaborazione fiscale dei conti Interactive Brokers, per il fisco Italiano:
Negli ultimi decenni, il fenomeno del trasferimento all’estero è diventato sempre più comune tra gli italiani. Lavoro, studio, o semplicemente la ricerca di nuove opportunità, sono solo alcune delle ragioni per cui le persone decidono di lasciare il proprio paese d’origine. In questo contesto, l’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) svolge un ruolo fondamentale. In questo articolo, esploreremo cosa significa trasferirsi all’estero per gli italiani, quali sono le implicazioni dell’AIRE, e come navigare attraverso questo processo.
Trasferimento all’Estero: Motivazioni e Sfide
Le motivazioni che spingono gli italiani a trasferirsi all’estero possono variare ampiamente. Alcuni lo fanno per perseguire nuove opportunità di lavoro o di studio, mentre altri cercano una migliore qualità della vita. Le sfide che accompagnano il trasferimento all’estero, tuttavia, non vanno sottovalutate. Il distacco dalla famiglia e dagli amici, la necessità di adattarsi a una nuova cultura e lingua, e l’instabilità che può derivare da un cambiamento così significativo, sono solo alcune delle sfide che gli espatriati italiani possono incontrare.
L’AIRE, o Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, è un registro istituito dal governo italiano che tiene traccia degli italiani residenti all’estero. Questo registro è stato creato per garantire una connessione continua tra gli italiani che si trasferiscono all’estero e il loro paese d’origine. Essere registrati presso l’AIRE è importante per vari motivi:
Conservare la cittadinanza italiana: Essere registrati presso l’AIRE non influisce sulla cittadinanza italiana. Molti paesi richiedono che gli espatriati siano registrati come residenti all’estero per evitare la doppia imposizione fiscale.
Accesso ai servizi consolari: Essere registrati presso l’AIRE è un prerequisito per accedere ai servizi consolari forniti dalle ambasciate e dai consolati italiani all’estero. Questi servizi possono essere fondamentali in situazioni di emergenza o per l’ottenimento di documenti ufficiali.
Diritto di voto: Essere registrati presso l’AIRE consente agli italiani all’estero di partecipare alle elezioni italiane. Questo diritto è importante per mantenere un legame attivo con la politica e la vita pubblica in Italia.
Facilità nell’ottenere documenti italiani: La registrazione presso l’AIRE semplifica il processo di ottenere documenti italiani come il passaporto o la carta d’identità.
Come Registrarsi presso l’AIRE?
La registrazione presso l’AIRE è un processo relativamente semplice, ma è importante farlo correttamente.
Ecco i passi da seguire:
Contatta il tuo consolato locale: La registrazione presso l’AIRE avviene presso il consolato italiano nella tua giurisdizione. Contatta il consolato per ottenere informazioni specifiche sul processo e i documenti necessari.
Compila il modulo di iscrizione: Dovrai compilare un modulo di iscrizione, che richiede informazioni personali come nome, data di nascita, e indirizzo all’estero. Assicurati di avere tutti i documenti richiesti, come il certificato di residenza.
Verifica della documentazione: Una volta compilato il modulo, il consolato verificherà la tua documentazione. È importante presentare tutti i documenti richiesti in modo accurato.
Firma e consegna: Dopo aver completato il processo di registrazione, dovrai firmare il modulo di iscrizione e consegnarlo al consolato.
Aggiornamenti periodici: Assicurati di mantenere il tuo status presso l’AIRE aggiornato, specialmente se cambi indirizzo o situazione lavorativa.
Considerazioni Fiscali e L’AIRE
Uno degli aspetti importanti da tenere in considerazione quando si è registrati presso l’AIRE è la situazione fiscale.
Quando si parla di considerazioni fiscali e AIRE, ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione.
Residenza fiscale: Essere iscritti all’AIRE non significa automaticamente che un cittadino italiano sia esentasse in Italia. La residenza fiscale è determinata da vari fattori, tra cui il luogo in cui si risiede effettivamente, la durata della permanenza all’estero e i legami familiari e finanziari in Italia. La residenza fiscale influenzerà come una persona è tassata.
Tassazione all’estero: Molti paesi applicano le proprie leggi fiscali ai residenti, e ciò può comportare il pagamento di imposte in quel paese. Dovresti essere consapevole delle leggi fiscali del paese in cui risiedi e assicurarti di rispettarle.
Convenzioni contro la doppia imposizione: L’Italia ha firmato accordi con molti paesi per evitare la doppia imposizione sul reddito. Questi accordi stabiliscono come il reddito dovrebbe essere tassato in caso di residenza fiscale in un paese diverso da quello di origine.
Dichiarazione dei redditi: Anche se sei iscritto all’AIRE, potresti dover presentare una dichiarazione dei redditi in Italia, in particolare se hai entrate da fonti italiane.
Assistenza fiscale: È consigliabile cercare assistenza fiscale da un professionista esperto quando si tratta di considerazioni fiscali e AIRE, poiché la legislazione fiscale può essere complessa e soggetta a modifiche.
In generale, le considerazioni fiscali e AIRE richiedono una valutazione accurata della tua situazione personale e della legislazione fiscale nei paesi coinvolti. Consultare un consulente fiscale può aiutarti a gestire al meglio la tua situazione fiscale quando si vive all’estero come cittadino italiano iscritto all’AIRE.
Quando si detiene un conto trading estero è sempre obbligatorio inserirlo nella dichiarazione dei redditi. I quadri interessati ai redditi derivanti dal trading online, criptovalute sono i seguenti:
Il Quadro RL del Modello Redditi Persone Fisiche rappresenta un aspetto cruciale nella compilazione della dichiarazione dei redditi, offrendo un dettaglio prezioso sulle detrazioni fiscali che i contribuenti possono richiedere. Questo quadro, che si colloca all’interno della complessa architettura della dichiarazione dei redditi, è fondamentale per chi desidera ottimizzare la propria situazione fiscale, garantendo al contempo la conformità alle normative vigenti.
Contestualizzazione del Quadro RL
Il Quadro RL è concepito per raccogliere informazioni riguardanti i redditi da lavoro dipendente e assimilati, pensioni, redditi diversi e detrazioni fiscali. Attraverso una serie di sezioni ben definite, il contribuente è tenuto a fornire dettagli precisi riguardo a ogni fonte di reddito e ad attestare gli oneri deducibili a suo favore.
La sezione relativa ai redditi da lavoro dipendente è di particolare rilevanza. Qui, il contribuente è chiamato a indicare il proprio datore di lavoro, la tipologia di lavoro svolto e il totale dei compensi percepiti nel corso dell’anno fiscale. Inoltre, vengono riportate eventuali somme erogate a titolo di contributi previdenziali e assistenziali.
Il Quadro RL include anche una sezione dedicata alle pensioni e ad altre entrate assimilabili. I pensionati devono dichiarare i redditi derivanti dalla pensione, specificando l’istituto previdenziale erogante e l’importo totale percepito. Allo stesso modo, vengono inclusi eventuali redditi diversi, come quelli derivanti da locazioni, proventi da capitale e altro.
Il Quadro RL nei conti Trading
Il quadro RL deve essere compilato in presenza di bonus e/o plusvalenze da ETF non armonizzati. In questo caso, questi redditi subiranno un’imposta in base allo scaglione di reddito di appartenenza. Inoltre per i redditi derivanti dalle criptovalute, quali redditi da staking, mining, altri interessi fino al 2022 rientravano nel Quadro RL che si è adattato per includere anche queste nuove forme di investimento.
A partire dal 2023 invece i redditi da staking andranno nel quadro RT e concorreranno alla franchigia di €2.000.
Aliquote del quadro RL
A partire dal 2022, le aliquote sono le seguenti:
Prima Fascia di Reddito (fino a 15.000 euro): Aliquota del 23%.
Seconda Fascia di Reddito (da 15.001 euro a 28.000 euro): Aliquota del 25%.
Terza Fascia di Reddito (da 28.001 euro a 55.000 euro): Aliquota del 35%.
Quarta Fascia di Reddito (oltre 55.000 euro): Aliquota del 43%.
Detrazioni Fiscali
Una parte cruciale del Quadro RL è rappresentata dalle detrazioni fiscali. Qui, il contribuente ha l’opportunità di ridurre il proprio carico fiscale attraverso la dichiarazione di spese detraibili, come ad esempio quelle mediche, universitarie o relative a lavori di ristrutturazione edilizia. La compilazione accurata di questa sezione richiede la conoscenza approfondita delle normative vigenti e delle condizioni necessarie per beneficiare delle detrazioni.
Gli Exchange Traded Fund (ETF) richiedono una valutazione individuale al momento della chiusura di ogni trade. È importante considerare le dinamiche specifiche di tassazione per le minusvalenze e plusvalenze generate da tali strumenti finanziari.
Le minusvalenze derivanti dagli ETF devono essere dichiarate come redditi diversi, e hanno la possibilità di compensare altri redditi diversi, come ad esempio quelli provenienti da azioni, opzioni e futures.
Le plusvalenze da ETF, a seconda della loro natura, vanno dichiarate in modo differenziato. Nel caso degli ETF armonizzati, le plusvalenze sono considerate redditi di capitale, mentre per gli ETF non armonizzati, queste possono essere dichiarate come redditi ordinari.
Per gli ETF non armonizzati, la tassazione segue le regole della tassazione ordinaria e varia in base allo scaglione di reddito di appartenenza del contribuente, con aliquote comprese tra il 23% e il 43%.
I proventi derivanti da ETF non armonizzati vengono sommati agli altri redditi (lavoro autonomo, dipendente, affitti…). Si possono utilizzare per detrarre le varie spese (esempio spese mediche, assicurative, per ristrutturazione, ecc.), se i redditi a tassazione ordinaria non compensano interamente le detrazioni. Chiudendo plusvalenze da ETF non armonizzati si recuperano le detrazioni.
Ecco un esempio degli ETF non armonizzati nel quadro RL.