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Tassazione ETF

Come vengono tassati gli ETF?

In questo articolo spiegheremo tutte le caratteristiche degli Exchange Traded Funds o più comunemente conosciuti con l’acronimo di ETF.

Gli ETF sono Fondi o Sicav che hanno come obiettivo quello di replicare fedelmente l’andamento di un indice di riferimento, ad esempio il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime.

Mentre per la maggior parte di strumenti finanziari abbiamo visto che la tassazione è pari al 26% e finiscono nei cosiddetti Redditi Diversi, possiamo affermare che la tassazione degli ETF può rientrare nei Redditi Diversi, nei Redditi di Capitale o nei Redditi Ordinari.

Come facciamo a distinguere queste categorie? Lo spieghiamo subito!

Plusvalenze o minusvalenze da ETF?

Per prima cosa per rispondere alla domanda dobbiamo fare una prima distinzione. Una volta chiusa una posizione di ETF si può generare una PLUSVALENZA DA ETF, ovvero un profitto; oppure una MINUSVALENZA DA ETF, ovvero una perdita.

Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dalla compravendita di ETF NON si possono MAI COMPENSARE, poiché finiscono in quadri diversi della dichiarazione dei redditi.

MINUSVALENZE DA ETF

Le perdite derivanti dagli ETF finiscono nei Redditi Diversi (quadro RT del Modello Redditi) e si compensano con le plusvalenze da azioni, opzioni, futures, obbligazioni, cfd, forex e tutti gli strumenti di cui all’art. 67 del TUIR.

Per esempio è possibile compensare un profitto di un’azione con una perdita di un ETF. Se invece genero profitti dalla compravendita da ETF?

PLUSVALENZE DA ETF

Le plusvalenze da ETF vanno a loro volta distinte in due categorie:

    1. ETF ARMONIZZATI: sono principalmente quelli quotati sulle borse europee
    2. ETF NON ARMONIZZATI: vi rientrano tutti gli altri ETF non quotati sui mercati europei.

Sebbene non vi sia un elenco esaustivo di tutti gli ETF armonizzati o non armonizzati in linea generale si guarda la Borsa in cui sono quotati e a seconda si suddividono nella prima o nella seconda categoria. Come avviene la tassazione?

Redditi Ordinari o di Capitale?

Perché abbiamo fatto questa distinzione?

La normativa prevede che le plusvalenze da ETF ARMONIZZATI (ovvero quelli quotati su mercati europei) finiscono nei redditi di capitale (quadro RM del Modello Redditi) e sono tassati al 26%. I redditi di capitale sono disciplinati dall’art. 44 del TUIR.

Le plusvalenze da ETF NON ARMONIZZATI (quelli quotati su mercati non europei) invece finiscono nei redditi ordinari (quadro RL del Modello Redditi) e sono tassati in base al proprio scaglione di reddito di appartenenza.

Quali sono le tassazioni vigenti per i vari scaglioni di reddito?

a) fino a 15.000 euro, 23%;
b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 25%;
c) oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%;
d) oltre 50.000 euro, 43%.

A tassazione ordinaria i miei profitti derivanti da ETF si sommano a tutti gli altri redditi che percepisco. Ad esempio potrebbero compensare le spese derivanti da una ristrutturazione di un’abitazione, oppure spese mediche o di assicurazione.

Se i redditi ordinari (derivanti dal lavoro dipendente o autonomo) sono al di sopra della soglia di €15.000 è opportuno tener conto della possibilità di pagare un’aliquota superiore al 23%, e addirittura superiore a quella del 26%.

Come si compensano gli ETF?

plusvalenze da ETF armonizzati: non si compensano. Sono tassati al 26% (Redditi di Capitale)

minusvalenze da ETF armonizzati: si possono compensare con plusvalenze da azioni, opzioni, futures, cfd, ecc.

plusvalenze da ETF NON armonizzati: possono compensarsi con spese di ristrutturazione o spese mediche (tassazione ordinaria)

minusvalenze da ETF NON armonizzati: si possono compensare con plusvalenze da azioni, opzioni, futures, cfd, ecc.

Ricapitolando vediamo spiegato nell’immagine sotto la tassazione degli ETF suddivisi in minusvalenza o plusvalenza e le diverse categorie di reddito che possono generare.

ETF Tassazione

Come trarre vantaggi dagli ETF?

Scopri subito come recuperare detrazioni fiscali tramite gli ETF leggendo la nostra quarta lezione di strategie fiscali

Se hai ancora dubbi circa la tassazione degli ETF non esitare a contattare i nostri esperti fiscali (clicca qui)

 

 

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Sanzioni Fiscali Conti Trading

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Oggi parliamo di sanzioni fiscali derivanti dal possesso di un conto trading. Innanzitutto vediamo perché e quando possiamo incombere in spiacevoli sanzioni.

Negli ultimi anni vi è stata una notevole diffusione dell’utilizzo di piattaforme online per eseguire investimenti finanziari.

Queste piattaforme sono fornite da società finanziarie autorizzate da Consob e permettono ai clienti privati, attraverso la connessione a Internet, di acquistare o vendere i titoli presenti su tutti i mercati borsistici in tempo reale. Queste società più comunemente chiamate broker online, chiedono una commissione su ogni ordine di acquisto e di vendita inviato in Borsa.

L’attività di Trading Online è diventata molto diffusa nel nostro paese e permette a molte persone di effettuare direttamente investimenti finanziari senza l’intermediazione di intermediari italiani.

I broker online sono principalmente esteri e i cittadini fiscalmente residenti in Italia che intendono operare con questi broker dovranno poi adempiere agli obblighi fiscali derivanti dal possesso di un conto estero.

Quali sono gli obblighi fiscali derivanti da un conto trading estero?

Detenere un conto trading estero comporta due obblighi fiscali:

  • versare le imposte
  • dichiarare il conto 

Versare le imposte è il primo obbligo fiscale per non incorrere in sanzioni fiscali. Sostanzialmente si tratta di dichiarare i redditi percepiti dall’attività di trading. Se alla fine dell’anno fiscale risulta una plusvalenza è obbligatorio inserirla in dichiarazione dei redditi e versare l’imposta dovuta.

Le imposte si pagano solo sulle plusvalenze realizzate. Vogliamo precisare che le imposte non si pagano sui prelievi effettuati, perciò se si realizza una plusvalenza bisogna sempre versare l’imposta anche se non si preleva tale somma.

Il secondo obbligo fiscale da rispettare se non si vogliono rischiare sanzioni fiscali è quello di dichiarare il conto trading.  Quest’obbligo sussiste solo se il conto è all’estero, poiché il cittadino italiano dovrà presentare nel quadro RW del Modello Redditi Persone Fisiche il possesso di un conto all’estero.

Il quadro RW deve essere compilato, ai fini del monitoraggio fiscale, dalle persone fisiche residenti in Italia che detengono investimenti all’estero e attività estere di natura finanziaria, ai fini dell’Imposta sul valore dei prodotti finanziari dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all’estero (IVAFE).

Quali sono le sanzioni fiscali se non rispetto gli obblighi fiscali? 

Se non dichiaro il mio conto trading all’estero oppure se non verso le imposte o se commetto errori nell’ottemperare gli obblighi la normativa prevede tre tipologie di SANZIONI FISCALI per i conti trading:

 

1) Omessa o irregolare compilazione del quadro RW

SANZIONE: fissa di €258 entro 90 giorni per mancata compilazione

SANZIONE: dal 3% al 15% dell’ammontare degli importi degli investimenti e delle attività di natura finanziaria detenuti all’estero non
dichiarati – così come previsto dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167. Sanzione fissa entro 90 giorni per mancata compilazione 

oppure

SANZIONE: dal 6% al 30% qualora le attività finanziarie o gli investimenti siano detenuti in Stati o territori a fiscalità privilegiata (c.d. “black list”).

La predetta sanzione è ridotta ad un sesto (1/6) del minimo se la regolarizzazione degli errori o delle omissioni avviene oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione (articolo 13, comma 1, lettera b-ter), del decreto legislativo n. 472 del 1997).

 

2) Omessa o irregolare indicazione dei redditi di fonte estera

SANZIONE: dal 90% al 180% delle imposte dovute

SANZIONE: fissa di €250 per infedele dichiarazione

La predetta sanzione è ridotta nella misura di un sesto (1/6) del minimo, sulla base di quanto prevede il summenzionato articolo 13, comma 1, lettera b-ter, del decreto legislativo n. 472 del 1997, se la regolarizzazione degli errori o delle omissioni avviene oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione.

Trattandosi di redditi prodotti all’estero, la sanzione è tuttavia aumentata di un terzo (1/3), per effetto di quanto disposto dall’articolo 1, comma 8, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471.

In conclusione, la sanzione da applicare in caso di regolarizzazione spontanea a seguito della presente comunicazione è pari al 20% della maggiore imposta dovuta.

3) Omessa o irregolare determinazione dell’IVAFE

Il quadro RW del modello REDDITI Persone fisiche va compilato anche ai fini della liquidazione dell’Imposta sul valore dei prodotti finanziari, dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all’estero (IVAFE).
L’IVAFE è un tributo, istituito dall’articolo 19 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, che si applica sul valore dei prodotti finanziari detenuti all’estero nella misura dello 0,2% e, per i conti correnti e i depositi di risparmio, nella misura fissa pari a 34,20 euro.

In caso di attività cointestata o di apertura/estinzione della stessa in corso d’anno, l’imposta è parametrata alla quota di possesso e al periodo di detenzione.
L’omessa o l’irregolare determinazione dell’IVAFE nel quadro RW comporta l’applicazione della stessa sanzione prevista in caso di dichiarazione infedele; tale sanzione è ridotta ad un sesto (1/6) del minimo, sulla base del citato art. 13, comma 1, lettera b-ter, del decreto legislativo n. 472 del 1997.

 

I paesi che rientrano nella Black List sono i seguenti

Aruba, Bahama, Bahrein, Barbados, Belize, Bermuda, Brunei, Costa Rica, Dominica, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Filippine, Gibilterra, Gibuti, Grenada, Guernsey, Hong Kong, Isola di Man, Isole Cayman, Isola Cook, Isole Marshall, Isole Vergini Britanniche, Jersey, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Malaysia, Maldive, Mauritius, Monserrat, Nauru, Niue, Oman, Panama, Polinesia Francese, Principato di Monaco, Sark, Seicelle, Singapore, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Svizzera, Taiwan, Tonga, Turks e Caicos, Tuvalu, Uruguay, Vanuatu, Samoa

 

Ci sono i controlli da parte dell’Agenzia Entrate?

sanzioni fiscali conti trading

Con lo scambio di informazioni internazionale l’Amministrazione Finanziaria è in possesso dei dati di tutti i cittadini italiani dei beni posseduti all’estero. Ha la possibilità di vedere se vi sono conti correnti o conti deposito non dichiarati e ricondurli al titolare del conto. 

Questo processo deriva dall’impegno di moltissimi Stati, i quali hanno adottato tutte le misure necessarie al fine di incrementare il livello di trasparenza fiscale internazionale attraverso il reciproco scambio di informazioni.

Le banche italiane ad esempio comunicano all’Agenzia Entrate tutti i depositi effettuati verso l’estero da parte dei cittadini italiani.

Così facendo è diventato quasi impossibile per il Fisco non conoscere i rapporti intrattenuti all’estero da parte dei contribuenti italiani. E’ opportuno pertanto dichiarare il conto, ottemperando ai propri obblighi fiscali, per evitare le sanzioni.

 

Tasso di interesse Legale

Dal 1° Gennaio 2025 il tasso di interesse legale passa  dal 2.5% al 2%, sulla base di quanto prevede il Decreto del MEF del 10/12/2024

Non hai ancora dichiarato il tuo conto, o hai una situazione problematica?

Affrettati ed evita sanzioni fiscali

 

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*I contenuti della presente pagina non costituiscono consulenza fiscale e i contenuti non possono sostituire la consulenza individuale di esperti per i singoli casi concreti

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4 passi per essere in regola con il Fisco

Detenere un conto trading in regime dichiarativo comporta alcuni obblighi fiscali.
Per essere sempre in regola con il Fisco è opportuno adempiere ai propri obblighi entro determinate scadenze.
Prima di vedere quali sono questi quattro passaggi che ci permetteranno di non avere problemi con il Fisco italiano ricordiamo che un conto trading estero va sempre dichiarato. Non vi sono soglie sotto le quali viene meno quest’obbligo. Se sei in minusvalenze o se non hai movimentato il conto devi comunque inserirlo in dichiarazione dei redditi ai fini del monitoraggio fiscale e del pagamento dell’imposta IVAFE.

 

Fisco conti trading

 

Hai un conto trading estero. Quando dichiararlo?

 

SEMPRE

 

1. Se sei in plusvalenza: devi sempre dichiarare il conto e versare le imposte sulla plusvalenza realizzata
2. Se sei in minusvalenza: devi comunque dichiarare il conto (quadro RW) e solo se inserisci le minusvalenze in dichiarazione potrai compensarle con successive plusvalenze per i prossimi 4 anni
3. Se non hai effettuato operazioni: ai fini del monitoraggio fiscale e del pagamento dell’imposta IVAFE devi comunque dichiarare il conto. I depositi esteri vanno sempre dichiarati, non vi sono soglie. La soglia di cui tanto si sente parlare di €5.000 è valida solo per i conti correnti, ma i conti trading sono conti deposito e non hanno soglie.

 

Vediamo ora quattro punti fondamentali per essere in regola con il Fisco ed evitare spiacevoli sanzioni fiscali.

 

1. Quando dichiarare?

I conti trading in Regime Dichiarativo (italiani e esteri) vanno sempre dichiarati nel Modello Redditi Persone Fisiche e versate le relative imposte entro il 30.06 dell’anno successivo.

Cosa succede se oltrepassiamo la scadenza?

Dopo la scadenza del 30 giugno vi è una seconda scadenza per il pagamento delle imposte ovvero il 31 luglio, con una maggiorazione dello 0,4% sulle imposte dovute.

 

Novità per il Modello Redditi 2024 (anno fiscale 2023)

⇒ 30 settembre: invio dichiarazione dei redditi tramite 730

Per il Modello Redditi Persone Fisiche 2024, riferito all’anno fiscale 2023, è stata introdotta una novità in quanto l’invio della dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate deve essere fatto entro il 31 ottobre.

 

2. Come dichiarare il conto trading?

Per dichiarare il conto trading è necessario inviarci gli estratti conto del tuo broker nelle modalità espresse alla pagina “Quali dati consegnare a tasse Trading?”

Una volta ricevuti i dati prepareremo un preventivo e se verrà accettato procederemo con l’elaborazione. Entro 14 giorni dal pagamento riceverai un Modello Redditi precompilato da ricopiare in dichiarazione dei redditi.

 

3. Come sanare anni fiscali non dichiarati?

Spesso tanti clienti si accorgono in ritardo di non aver dichiarato il conto trading e intendono sanare le proprie posizioni per evitare sanzioni fiscali. Ma è sempre possibile dichiarare il conto oltre la scadenza? Quanti anni posso retrocedere?

Per rispondere a queste domande è necessario valutare con i nostri esperti fiscali caso per caso e studiare la vostra posizione.

In linea generale possiamo affermare che si è sempre in tempo per sanare la posizione con il Fisco Italiano usufruendo del ravvedimento operoso.

Tramite il ravvedimento, disciplinato all’art. 13 del Dlgs n. 472 del 1997 è possibile regolarizzare omessi o insufficienti versamenti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni.

Attraverso questo istituto prima si regolarizzano le posizioni non dichiarate meno sanzioni si dovranno versare.

Tasse Trading elabora anche conti trading di anni precedenti e può calcolare le imposte da versare.

 

4. Come fare in caso di controlli da parte dell’Agenzia Entrate?

Se sei già cliente Tasse Trading e ricevi un controllo da parte dell’Amministrazione Finanziaria non dovrai preoccuparti poiché i nostri esperti fiscali si occuperanno di eventuali verifiche in quanto garantiamo i calcoli rilasciati al cliente e siamo responsabili in caso di sanzioni.

Se ancora non sei cliente e ricevi una contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate contatta Tasse Trading e ti supporteremo nella fase di controllo.

Recentemente l’Agenzia Entrate ha inviato lettere di compliance, invitando i trader a regolarizzare la posizione. Contattaci subito per ricevere assistenza!

Per qualsiasi dubbio o per valutare la tua situazione con i nostri esperti fiscali ti ricordiamo che siamo sempre a disposizione per aiutarti ad adempiere ai tuoi obblighi fiscali e a regolarizzare la tua posizione con il Fisco Italiano.

Evita problemi con il Fisco! 

 

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Scadenza Fiscale 2024 – Conti Trading

Scadenza Fiscale Conti Trading

Quali sono le scadenze fiscali?

 

30 GIUGNO: Pagamento imposte Modello Redditi PF

30 LUGLIO: Pagamento imposte Modello Redditi PF con maggiorazione 0.40%

Novità per il Modello Redditi 2024 (anno fiscale 2023)   

30 SETTEMBRE : invio dichiarazione con 730

31 OTTOBRE: invio telematico Modello Redditi Persone Fisiche + invio “Redditi correttivo/integrativo” al 730

Per il Modello Redditi 2024, riferito all’anno fiscale 2023, è stata introdotta una novità in quanto l’invio della dichiarazione dei redditi tramite 730 all’Agenzia delle Entrate deve essere fatta entro il 30 settembre.

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Le scadenze per l’invio delle dichiarazioni dei redditi sono passate? Forse è ancora possibile presentare la dichiarazione dei redditi versando una piccola maggiorazione sulle imposte da versare effettuando il ravvedimento operoso.

Non hai ancora dichiarato gli anni precedenti? Contattaci al più presto ed evita sanzioni fiscali!

 

Come fare se non hai ancora dichiarato il conto trading?

Se non hai ancora dichiarato il tuo conto trading in regime dichiarativo affrettati subito e contatta Tasse Trading.

Riceverai un preventivo personalizzato e gratuito. Se accetterai, elaboreremo entro 14 giorni il tuo conto e prepareremo un Modello Redditi precompilato.

Non aspettare l’ultimo momento! Affrettati per evitare di oltrepassare la scadenza e rischiare sanzioni fiscali.

 

Sei in minusvalenza, puoi non dichiarare il conto?

NO. Se il conto è all’estero bisogna sempre inserirlo in dichiarazione dei redditi anche se in perdita o anche se non è stato movimentato. Ai fini del monitoraggio fiscale e del pagamento dell’imposta IVAFE il conto va sempre inserito nel quadro RW.

 

Il servizio di Tasse Trading è tutto online?

Certamente, una volta accettato il preventivo ed effettuato il pagamento entro 14 giorni Tasse Trading elaborerà il conto e preparerà la documentazione da inviare al cliente. Non sarà necessario inviare per posta o stampare la documentazione. Il servizio è interamente in via telematica.

 

Hai aperto un conto trading?

Potrai contattare Tasse Trading. Ti consigliamo di farlo nei primi mesi dell’anno per usufruire di sconti molto vantaggiosi. Nel frattempo potrai contattare i nostri esperti fiscali per qualsiasi dubbio e informazione.

 

Vuoi sapere quali sono le scadenze fiscali per i conti trading?

Il 30 giugno ci sarà la prima scadenza per il pagamento delle imposte e il 30 luglio la seconda scadenza con una maggiorazione dello 0.40%. Contattaci nel mese di gennaio per ricevere le scontistiche migliori.

 

Se invece non hai ancora dichiarato il tuo conto trading

NON PERDERE LA SCADENZA!

 

 

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