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Recupero minusvalenze in regime amministrato

Hai minusvalenze in Regime Amministrato e vuoi utilizzarle in Dichiarativo?

Puoi recuperarle!

 

Gestire in maniera efficiente la fiscalità può portare diversi vantaggi all’investitore. Ad esempio, se si hanno minusvalenze in un conto in regime amministrato e plusvalenze in regime dichiarativo si possono compensare nella dichiarazione dei redditi. Come è possibile il recupero delle minusvalenze nella dichiarazione dei redditi? Prima di rispondere alla domanda vedremo delle nozioni basilari fondamentali.

Cos’è una minusvalenza?

La minusvalenza è la perdita realizzata su un investimento finanziario che avviene quando si vende un titolo ad un prezzo inferiore rispetto a quello di acquisto. Al contrario quando si guadagna si ottiene una plusvalenza.

Il Fisco permette di compensare le plusvalenze con le minusvalenze.

 

Quando scadono le minusvalenze?

In entrambi i regimi fiscali le minusvalenze durano 4 anni.

Nel regime amministrato la tassazione avviene alla chiusura di ciascuna operazione e vi è la possibilità di compensare le plusvalenze con le minusvalenze precedentemente conseguite solo nello stesso conto, senza la possibilità di compensarle con altri conti.

Nel regime dichiarativo invece la tassazione avviene in base al realizzo di plusvalenze al netto delle minusvalenze su base annuale. E’ possibile compensare i profitti con le perdite e di riportare a nuovo le perdite eccedenti, compensabili con i profitti successivi entro 4 anni.

 

E’ possibile compensare tra loro tutti i risultati derivanti da qualsiasi strumento finanziario?

In parte. Per rispondere a questa domanda è opportuno differenziare gli strumenti che finiscono nei Redditi Diversi e pertanto si possono compensare tra loro. Tali strumenti sono:

  • Titoli di Stato
  • Obbligazioni
  • Azioni
  • Derivati (opzioni, futures,..)
  • ETC
  • Quote di OICR

Non è possibile compensare questi strumenti con i dividendi da azioni e con gli interessi, poiché vanno a tassazione separata nei Redditi di Capitale.

Inoltre vi è un altro strumento finanziario che non rientra nei redditi diversi e si tratta degli ETF.

Gli ETF sono un particolare strumento finanziario la cui tassazione va valutata ad ogni chiusura di trade. Le minusvalenze vanno nei redditi diversi (compensandosi con azioni, opzioni, futures ecc.), mentre le plusvalenze vanno nei redditi di capitale (ETF ARMONIZZATI) e nei redditi ordinari (ETF NON ARMONIZZATI).

recupero minusvalenze

 

Compensare tra loro plusvalenze e minusvalenze può portare tanti vantaggi fiscali. Scarica subito le strategie per ottimizzare la tassazione nella nostra guida fiscale!

 

Posso compensare minusvalenze in un conto in regime amministrato e plusvalenze in dichiarativo?

Normalmente un conto in regime amministrato non permette di compensare i risultati con alti conti (sia in amministrato sia in dichiarativo).

Ci sono due modi alternativi per recuperare le minusvalenze di un conto in regime amministrato. Come?

  • Trasformando il conto trading in Regime Dichiarativo (la variazione del regime avrà valenza dall’1/1 dell’anno successivo)
  • Chiudendo il conto trading in Regime Amministrato (non è obbligatorio chiudere anche il conto corrente ad esso collegato)

L’istituto rilascerà la certificazione delle minusvalenze con la relativa data di scadenza (il cosiddetto zainetto fiscale) che potrà essere utilizzato in dichiarazione dei redditi in compensazione delle plusvalenze.

 

Cosa sono le minusvalenze certificate derivanti da un conto in regime amministrato?

Le minusvalenze certificate vengono rilasciate dall’istituto in regime amministrato e sono disciplinate dall’art. 6 comma 5 del D. Lsg 461/97.  Vengono concesse qualora sia revocata l’opzione del regime o sia chiuso il rapporto di custodia, amministrazione o deposito e possono essere portate in deduzione, non oltre il quarto periodo d’imposta successivo a quello di realizzo.

Una volta chiuso il conto o trasformato in regime dichiarativo per evitare di perdere questo “credito fiscale” è necessario chiudere posizioni in guadagno entro 4 anni.

Presentandoci la certificazione, non solo la utilizzeremo per compensare le plusvalenze, ma terremo conto delle eccedenze riportandole nello zainetto fiscale.

Leggi la nostra lezione di ottimizzazione fiscale che spiega come non perdere le minusvalenze.

 

Cosa si intende per zainetto fiscale?

Lo zainetto fiscale è uno strumento che raffigura la posizione fiscale dei propri investimenti. In particolare, lo zainetto riassume le minusvalenze accumulate negli ultimi 4 anni: in questo modo non potranno andare perse e verranno compensate con eventuali plusvalenze.

 

Quindi è possibile recuperare le minusvalenze del regime amministrando chiudendo il conto o portandolo in regime dichiarativo. Le minusvalenze certificate potranno essere portate in compensazione delle plusvalenze da regime dichiarativo in dichiarazione dei redditi.

 

Riportiamo un esempio pratico:

Il Sig. Rossi detiene un conto trading estero in regime dichiarativo.
Alla fine dell'anno presenta una plusvalenza di €6.500.
Il cliente ha un conto trading in regime amministrato con minusvalenze pari a €12.000.
Chiudendo il conto in amministrato, la banca rilascerà la certificazione che attesterà tali perdite.
Dalla chiusura si creerà uno zainetto fiscale di €12.000 così composto:
- anno 2015: -3.000

- anno 2016: -4.500

- anno 2017: -2.500

- anno 2018: -2.000

Il Sig. Rossi non pagherà imposte poiché compenserà i profitti di €6500 con le perdite.
Inoltre porterà a nuovo €5.500 di minusvalenze da utilizzare entro 4 anni dall'anno di formazione.

 

Inviaci la tua certificazione e la inseriremo nel Modello Redditi

 

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Ravvedimento operoso conti trading

Scadenze passate? Si può regolarizzare la posizione con il ravvedimento operoso

Il Fisco Italiano permette di correggere gli errori od omissioni eventualmente riscontrati mediante il ravvedimento operoso, presentando una dichiarazione integrativa e versando le maggiori imposte dovute (unitamente ai relativi interessi e sanzioni in misura ridotta). Il ravvedimento prevede una sanzione in misura ridotta e gli interessi di mora calcolati in base al numero di giorni di omesso o ritardato adempimento fiscale. 

 

RAVVEDIMENTO= IMPOSTE DOVUTE + INTERESSI E SANZIONI RIDOTTI

 

Guida al Ravvedimento Operoso: Come Regolarizzare le Imposte Versate in Ritardo

Abbiamo visto che un conto trading estero comporta due obblighi fiscali:

  1. dichiarare i redditi: interessi, dividendi e altri proventi in relazione alle attività estere, dovranno essere dichiarati nei corrispondenti quadri (RL, RM ed RT)
  2. dichiarare il conto: gli investimenti e le attività finanziarie detenuti all’estero dovranno essere indicati nel quadro RW

Se ho presentato una dichiarazione dei redditi (Modello Redditi e/o 730) senza però inserire i redditi derivanti dal trading posso presentare una DICHIARAZIONE DEI REDDITI INTEGRATIVA, in essa devono essere inseriti, oltre ai redditi, oneri e crediti già indicati nella dichiarazione originaria (che non richiedono alcuna modifica), gli investimenti e le attività di natura finanziaria detenuti all’estero e/o i redditi di fonte estera.

Se non ho mai presentato una dichiarazione redditi (Modello Redditi e/o 730) non è possibile fare un ravvediemnto su una dichiarazione che non è stata presentata, ma è scelta del cliente inviarla, per dimostrare la buona fede, lasciando una tracci ain caso di accertamento.

Contestualmente alla presentazione della dichiarazione integrativa, dovranno essere versate le eventuali maggiori imposte dovute, i relativi interessi e le sanzioni ridotte in funzione della tempestività con cui sarà effettuata la regolarizzazione, come previsto dall’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n.472 (ravvedimento operoso).

Tipologie di Ravvedimento Operoso

  • Ravvedimento Sprint
    • Applicabile se il pagamento viene effettuato entro il 14° giorno dalla scadenza originaria.
    • La sanzione cresce in modo proporzionale ai giorni di ritardo (0,1% giornaliero ), fino a un limite massimo (1.4%).
    • È l’opzione più conveniente per chi si accorge rapidamente dell’omissione.
  • Ravvedimento Breve
    • Valido per pagamenti effettuati oltre il 14° giorno, ma entro il primo mese di ritardo.
    • La sanzione è leggermente più elevata rispetto al ravvedimento sprint (1.5%), ma comunque ridotta rispetto alle sanzioni ordinarie.
  • Ravvedimento Intermedio
    • Riguarda i versamenti effettuati con un ritardo superiore al mese, ma entro tre mesi dalla scadenza.
    • La sanzione aumenta rispetto alle opzioni precedenti (1.67%), pur rimanendo inferiore alle penalità standard previste in caso di mancato ravvedimento.
  • Ravvedimento Lungo
    • Applicabile per regolarizzazioni effettuate entro un anno dalla scadenza del pagamento o, se prevista, entro il termine di presentazione della dichiarazione relativa all’anno in cui è stata commessa la violazione.
    • Le sanzioni diventano più significative (3.75%), ma sono ancora inferiori rispetto alle normali sanzioni amministrative.
  • Ravvedimento Biennale
    • Prevede la possibilità di sanare omissioni entro due anni dalla violazione o, se è prevista una dichiarazione, entro il termine per la dichiarazione relativa all’anno successivo.
    • La sanzione applicabile è più alta rispetto alle precedenti (4.29%), ma comunque inferiore alle penalità ordinarie.
  • Ravvedimento Ultra Biennale
    • Si applica nei casi in cui la regolarizzazione avvenga dopo due anni dalla violazione.
    • La sanzione è più elevata rispetto alle altre forme di ravvedimento (5%) , ma sempre inferiore rispetto a quelle imposte in caso di controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Sanzioni per Omissioni o Irregolarità nella Dichiarazione dei Redditi per redditi Esteri

Omessa o irregolare compilazione del quadro RW

SANZIONE: dal 3% al 15% dell’ammontare degli importi degli investimenti e delle attività di natura finanziaria detenuti all’estero non
dichiarati – così come previsto dall’articolo 5, comma 2, del decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167.

oppure

SANZIONE: dal 6% al 30% qualora le attività finanziarie o gli investimenti siano detenuti in Stati o territori a fiscalità privilegiata (c.d. “black list”).

La predetta sanzione è ridotta ad un sesto (1/6) del minimo se la regolarizzazione degli errori o delle omissioni avviene oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione (articolo 13, comma 1, lettera b-ter), del decreto legislativo n. 472 del 1997).

 

Omessa o irregolare indicazione dei redditi di fonte estera

SANZIONE: dal 90% al 180% delle imposte dovute

La predetta sanzione è ridotta nella misura di un sesto (1/6) del minimo, sulla base di quanto prevede il summenzionato articolo 13, comma 1, lettera b-ter, del decreto legislativo n. 472 del 1997, se la regolarizzazione degli errori o delle omissioni avviene oltre il termine per la presentazione della dichiarazione relativa all’anno successivo a quello nel corso del quale è stata commessa la violazione.

Trattandosi di redditi prodotti all’estero, la sanzione è tuttavia aumentata di un terzo (1/3), per effetto di quanto disposto dall’articolo 1, comma 8, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 471.

In conclusione, la sanzione da applicare in caso di regolarizzazione spontanea a seguito della presente comunicazione è pari al 20% della maggiore imposta dovuta.

Omessa o irregolare determinazione dell’IVAFE

Il quadro RW del modello REDDITI Persone fisiche va compilato anche ai fini della liquidazione dell’Imposta sul valore dei prodotti finanziari, dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all’estero (IVAFE).
L’IVAFE è un tributo, istituito dall’articolo 19 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, che si applica sul valore dei prodotti finanziari detenuti all’estero nella misura dello 0,2% e, per i conti correnti e i depositi di risparmio, nella misura fissa pari a 34,20 euro.

In caso di attività cointestata o di apertura/estinzione della stessa in corso d’anno, l’imposta è parametrata alla quota di possesso e al periodo di detenzione.
L’omessa o l’irregolare determinazione dell’IVAFE nel quadro RW comporta l’applicazione della stessa sanzione prevista in caso di dichiarazione infedele; tale sanzione è ridotta ad un sesto (1/6) del minimo, sulla base del citato art. 13, comma 1, lettera b-ter, del decreto legislativo n. 472 del 1997.

 

Tasso di interesse Legale

Dal 1° Gennaio 2025 il tasso di interesse legale passa  dal 2.5% al 2%, sulla base di quanto prevede il Decreto del MEF del 10/12/2024

Come effettuare i versamenti? Quali sono i codici tributo?

I versamenti devono essere effettuati con modello F24, indicando il codice atto riportato in alto a sinistra della comunicazione.

Di seguito si riportano i principali codici tributo, da utilizzare nel modello F24:

4001 → IRPEF saldo
8901 → Sanzione pecuniaria IRPEF
1989 → Interessi sul ravvedimento IRPEF – art. 13 d. lgs. n. 472 del 18/12/1997
8911 → Sanzioni pecuniarie per altre violazioni tributarie relative alle imposte sui redditi alle imposte sostitutive all’IRAP e all’IVA
8902 → Sanzione pecuniaria addizionale regionale all’IRPEF
8926 → Sanzione addizionale comunale all’IRPEF – ravvedimento
1108 → Imposta sostitutiva dovuta sulle plusvalenze delle partecipazioni
1242 → Imposta sostitutiva alle imposte sui redditi di capitale di fonte estera
4043 → IVAFE – saldo
4047 → IVAFE – acconto prima rata
4048→ IVAFE – acconto seconda rata o acconto in unica soluzione

 

Vuoi calcolare il ravvedimento operoso e regolarizzare la tua posizione?

 

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Anomalie dichiarazione dei redditi 2017

Hai ricevuto una lettera dall’Agenzia Entrate che menziona “anomalie dichiarazione dei redditi 2017”?

Negli ultimi giorni l’Agenzia delle Entrate sta inviando lettere ai contribuenti fiscalmente residenti in Italia, per far presente di alcune anomalie nella Dichiarazione dei Redditi per l’anno d’imposta 2017.

Con lo scambio automatico di Informazioni il Fisco Italiano è a conoscenza di tutti i beni posseduti all’estero e i controllo sono sempre più stringenti.

Cosa dicono queste lettere?

  • Non hai presentato la dichiarazione per il tuo conto trading per l’anno fiscale 2017 e hai ricevuto la lettera da parte dell’Agenzia Entrate:
    • a seguito di detta verifica, il contribuente italiano potrà correggere gli errori od omissioni eventualmente riscontrati mediante il ravvedimento operoso, presentando una dichiarazione integrativa e versando le maggiori imposte dovute (unitamente ai relativi interessi e sanzioni in misura ridotta).
  • Hai presentato la dichiarazione per il tuo conto trading per l’anno fiscale 2017 e hai ricevuto la lettera da parte dell’Agenzia Entrate:
    • se, invece, le predette anomalie fossero dovute a inesattezze nelle informazioni pervenute dalle Amministrazioni fiscali estere oppure se avesse già assolto gli obblighi dichiarativi per il tramite di una banca o di altro operatore finanziario italiano, si devono fornire chiarimenti e idonea documentazione.

L’Agenzia delle Entrate, qualora non si provveda a regolarizzare la posizione o, in alternativa, a fornire chiarimenti che giustifichino l’anomalia, potrebbe procedere all’avvio di un controllo.

Il team di Tasse Trading è lieto di aiutarti a regolarizzare o a fornire chiarimenti all’Agenzia Entrate.

Contattaci al più presto a info@tassetrading.it

Come si presentano le lettere di contestazione?

 

Anomalie dichiarazione dei redditi

 

ANOMALIA QUADRO RW (MONITORAGGIO FISCALE)

Dal riscontro dei dati della dichiarazione dei redditi da Lei presentata il XXX Prot. XXX è risultato che:

  • il quadro RW non è stato compilato

Se ha già provveduto a presentare una dichiarazione integrativa, non tenga conto di questa comunicazione.

La informiamo altresì che l’Agenzia, qualora Lei non provveda a regolarizzare la Sua posizione o, in alternativa, a fornire chiarimenti che giustifichino l’anomalia, potrebbe procedere all’avvio di un controllo.

ANOMALIA REDDITI (PAGAMENTI SU CONTI ESTERI)

Dal riscontro dei dati della dichiarazione dei redditi da Lei presentata il XXX Prot. XXX è risultato che:

  • gli importi di seguito riportati, ricevuti a titolo di “proventi lordi” sui conti finanziari a Lei intestati, non risultano dichiarati

Se ha già provveduto a presentare una dichiarazione integrativa, non tenga conto di questa comunicazione.

La informiamo altresì che l’Agenzia, qualora Lei non provveda a regolarizzare la Sua posizione o, in alternativa, a fornire chiarimenti che giustifichino l’anomalia, potrebbe procedere all’avvio di un controllo.

Come si effettua il ravvedimento operoso?

La dichiarazione integrativa deve essere presentata esclusivamente con Modello Redditi Persone Fisiche 2018 (redditi 2017):

Presentazione dichiarazione integrativa + maggiori imposte (sanzioni ridotte)

In essa devono essere inseriti, oltre ai redditi, oneri e crediti già indicati nella dichiarazione originaria (che non richiedono alcuna modifica), gli investimenti e le attività di natura finanziaria detenuti all’estero e/o i redditi di fonte estera segnalati con la presente comunicazione. In particolare, gli investimenti e le attività finanziarie detenuti all’estero dovranno essere indicati nel quadro RW, mentre i redditi di fonte estera percepiti nel corso del 2017 a titolo di interessi, dividendi e altri proventi in relazione alle predette attività estere, dovranno essere dichiarati nei corrispondenti quadri (RL, RM ed RT) del modello dichiarativo.

Contestualmente alla presentazione della dichiarazione integrativa, dovranno essere versate le eventuali maggiori imposte dovute, i relativi interessi e le sanzioni ridotte in funzione della tempestività con cui sarà effettuata la
regolarizzazione, come previsto dall’articolo 13 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n.472 (ravvedimento operoso).

Vuoi calcolare il ravvedimento operoso e regolarizzare la tua posizione? 

 

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I vantaggi del regime dichiarativo

Il Regime Dichiarativo è un vantaggio!

 

Quando viene utilizzato il Regime Dichiarativo?

  • SEMPRE: se il conto ha sede in un paese estero
  • SU RICHIESTA: se il conto ha sede in Italia

Vediamo ora perché è più conveniente optare per il Regime Dichiarativo.

Possiamo distinguere almeno 4 vantaggi che spiegheremo per punti.

1. Fattore tempo

Il primo vantaggio del Regime Dichiarativo è quello di ricevere nel proprio portafoglio i PROFITTI LORDI. Quest’ultimi verranno

Regime Dichiarativo Vantaggio Risparmio

tassati solamente l’anno successivo (entro il 30 giugno). Alla fine dell’anno fiscale, ovvero al 31 dicembre, si farà la somma di tutte le operazioni in profitto e in perdita. Se il conto presenterà un profitto andrà a tassazione l’anno successivo. Se presenterà una perdita non si pagheranno imposte, ma il conto dovrà comunque essere dichiarato.

2. Risparmio

Il secondo vantaggio del Regime Dichiarativo è conseguente al primo. Ricevendo dal broker i profitti lordi si hanno più profitti da reinvestire nell’attività di trading poiché le imposte si pagheranno entro il 30 giugno dell’anno successivo e nel frattempo è possibile reinvestire il profitto lordo.

Si ottengono subito i profitti e le imposte si verseranno l’anno successivo.

Il Regime Dichiarativo è un vantaggio perché permette al traders di avere più LIQUIDITA’ SUL CONTO.

Facciamo un esempio:

Durante l’anno fiscale chiudo un’operazione che mi genera un profitto di €1.000. Ricevo interamente la somma sul conto (al lordo delle imposte). Questa cifra posso reinvestirla o ritirarla. Il mio conto trading ha maggiore liquidità, cioè più leva disponibile. Solamente il 30 giugno dell’anno successivo dovrò versare il 26% di imposta su questa plusvalenza.

3. Strategie Fiscali 

Esistono delle strategie legali che permettono di risparmiare.

La tassazione dei conti trading è la medesima nel regime dichiarativo e nel regime amministrato. Ci sono però delle strategie fiscali che permettono dei risparmi.

Queste strategie sussistono solo nel regime dichiarativo poiché l’investitore, gestendo autonomamente il calcolo delle imposte, può usufruire di particolare vantaggi.

Primo fa tutti il più grosso vantaggio del regime dichiarativo è quello di poter compensare le plusvalenze con le minusvalenze di un intero anno fiscale, di tutti i conti in regime dichiarativo. Un vantaggio davvero importante, sia per i traders che detengono più conti trading e che quindi potranno sommare i risultati ottimizzando così la tassazione; sia per i traders che detengono un solo conto che potrebbero effettuare investimenti mirati ad abbassare i profitti e ottimizzare così la tassazione.

Ad esempio se si detiene un conto trading in regime dichiarativo con il broker X e un altro conto con il broker Y alla fine dell’anno fiscale sarà necessario effettuare i calcoli delle imposte da versare su entrambi i conti. Ipotizziamo che sul conto X risulti una plusvalenza di €3.000 e sul conto Y una minusvalenza di €4.000. In dichiarazione dei redditi potrò sommare i due risultati, non pagando alcuna imposta e dichiarando €1.000 di minusvalenza che potrò poi utilizzare in compensazione a plusvalenze future nei successivi 4 anni.

Questa è solamente una delle diverse strategie fiscali che comportano un’ottimizzazione del conto trading.

4. Scelta di più broker

Optando per il Regime Dichiarativo si ha la possibilità di accedere a tutti i broker italiani ed esteri. Se si limita la propria scelta ai conti in regime amministrato si dovranno valutare solamente i broker con sede in Italia, invece con il dichiarativo si può accedere ad un numero elevato di broker. Per esempio, alcuni broker come IBKR (Interactive Brokers), eToro, Plus500, Vantage International sono accessibili solo con il regime dichiarativo perché situati all’estero. Altri broker come ActivTrades permettono la scelta sia del regime amministrato per il loro conto Italiano che il regime dichiarativo obbligatorio per il conto aperto tramite la loro filiale estera.

Ma perché si dovrebbe scegliere un broker estero?

Spesso i broker esteri hanno COMMISSIONI INFERIORI rispetto ai broker italiani, questo permette all’investitore di risparmiare ed avere un rendimento netto maggiore.

Inoltre i broker esteri hanno PIATTAFORME PIÙ EFFICIENTI che danno la possibilità al traders di operare in tutte le borse globali.

Si ha dunque oltre a commissioni nettamente inferiori un accesso a più mercati con più strumenti finanziari.

In Italia i broker non offrono tutti gli strumenti finanziari che invece possiamo trovare sui broker stranieri, ad esempio se si vuole acquistare o vendere opzioni americane, le cd. stock option, l’accessibilità a tale mercato è possibile soltanto tramite intermediari esteri.

Hai ancora dubbi? Vuoi scoprire quali solo le altre strategie fiscali che permettono un risparmio fiscale? Contattaci subito per avere maggiori informazioni (qui)

 

 

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Tassazione ETF

Come vengono tassati gli ETF?

In questo articolo spiegheremo tutte le caratteristiche degli Exchange Traded Funds o più comunemente conosciuti con l’acronimo di ETF.

Gli ETF sono Fondi o Sicav che hanno come obiettivo quello di replicare fedelmente l’andamento di un indice di riferimento, ad esempio il rendimento di indici azionari, obbligazionari o di materie prime.

Mentre per la maggior parte di strumenti finanziari abbiamo visto che la tassazione è pari al 26% e finiscono nei cosiddetti Redditi Diversi, possiamo affermare che la tassazione degli ETF può rientrare nei Redditi Diversi, nei Redditi di Capitale o nei Redditi Ordinari.

Come facciamo a distinguere queste categorie? Lo spieghiamo subito!

Plusvalenze o minusvalenze da ETF?

Per prima cosa per rispondere alla domanda dobbiamo fare una prima distinzione. Una volta chiusa una posizione di ETF si può generare una PLUSVALENZA DA ETF, ovvero un profitto; oppure una MINUSVALENZA DA ETF, ovvero una perdita.

Le plusvalenze e le minusvalenze derivanti dalla compravendita di ETF NON si possono MAI COMPENSARE, poiché finiscono in quadri diversi della dichiarazione dei redditi.

MINUSVALENZE DA ETF

Le perdite derivanti dagli ETF finiscono nei Redditi Diversi (quadro RT del Modello Redditi) e si compensano con le plusvalenze da azioni, opzioni, futures, obbligazioni, cfd, forex e tutti gli strumenti di cui all’art. 67 del TUIR.

Per esempio è possibile compensare un profitto di un’azione con una perdita di un ETF. Se invece genero profitti dalla compravendita da ETF?

PLUSVALENZE DA ETF

Le plusvalenze da ETF vanno a loro volta distinte in due categorie:

    1. ETF ARMONIZZATI: sono principalmente quelli quotati sulle borse europee
    2. ETF NON ARMONIZZATI: vi rientrano tutti gli altri ETF non quotati sui mercati europei.

Sebbene non vi sia un elenco esaustivo di tutti gli ETF armonizzati o non armonizzati in linea generale si guarda la Borsa in cui sono quotati e a seconda si suddividono nella prima o nella seconda categoria. Come avviene la tassazione?

Redditi Ordinari o di Capitale?

Perché abbiamo fatto questa distinzione?

La normativa prevede che le plusvalenze da ETF ARMONIZZATI (ovvero quelli quotati su mercati europei) finiscono nei redditi di capitale (quadro RM del Modello Redditi) e sono tassati al 26%. I redditi di capitale sono disciplinati dall’art. 44 del TUIR.

Le plusvalenze da ETF NON ARMONIZZATI (quelli quotati su mercati non europei) invece finiscono nei redditi ordinari (quadro RL del Modello Redditi) e sono tassati in base al proprio scaglione di reddito di appartenenza.

Quali sono le tassazioni vigenti per i vari scaglioni di reddito?

a) fino a 15.000 euro, 23%;
b) oltre 15.000 euro e fino a 28.000 euro, 25%;
c) oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%;
d) oltre 50.000 euro, 43%.

A tassazione ordinaria i miei profitti derivanti da ETF si sommano a tutti gli altri redditi che percepisco. Ad esempio potrebbero compensare le spese derivanti da una ristrutturazione di un’abitazione, oppure spese mediche o di assicurazione.

Se i redditi ordinari (derivanti dal lavoro dipendente o autonomo) sono al di sopra della soglia di €15.000 è opportuno tener conto della possibilità di pagare un’aliquota superiore al 23%, e addirittura superiore a quella del 26%.

Come si compensano gli ETF?

plusvalenze da ETF armonizzati: non si compensano. Sono tassati al 26% (Redditi di Capitale)

minusvalenze da ETF armonizzati: si possono compensare con plusvalenze da azioni, opzioni, futures, cfd, ecc.

plusvalenze da ETF NON armonizzati: possono compensarsi con spese di ristrutturazione o spese mediche (tassazione ordinaria)

minusvalenze da ETF NON armonizzati: si possono compensare con plusvalenze da azioni, opzioni, futures, cfd, ecc.

Ricapitolando vediamo spiegato nell’immagine sotto la tassazione degli ETF suddivisi in minusvalenza o plusvalenza e le diverse categorie di reddito che possono generare.

ETF Tassazione

Come trarre vantaggi dagli ETF?

Scopri subito come recuperare detrazioni fiscali tramite gli ETF leggendo la nostra quarta lezione di strategie fiscali

Se hai ancora dubbi circa la tassazione degli ETF non esitare a contattare i nostri esperti fiscali (clicca qui)

 

 

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Sanzioni Fiscali Conti Trading

Oggi parliamo di sanzioni fiscali derivanti dal possesso di un conto trading. Innanzitutto vediamo perché e quando possiamo incombere in spiacevoli sanzioni.

Negli ultimi anni vi è stata una notevole diffusione dell’utilizzo di piattaforme online per eseguire investimenti finanziari.

Queste piattaforme sono fornite da società finanziarie autorizzate da Consob e permettono ai clienti privati, attraverso la connessione a Internet, di acquistare o vendere i titoli presenti su tutti i mercati borsistici in tempo reale. Queste società più comunemente chiamate broker online, chiedono una commissione su ogni ordine di acquisto e di vendita inviato in Borsa.

L’attività di Trading Online è diventata molto diffusa nel nostro paese e permette a molte persone di effettuare direttamente investimenti finanziari senza l’intermediazione di intermediari italiani.

I broker online sono principalmente esteri e i cittadini fiscalmente residenti in Italia che intendono operare con questi broker dovranno poi adempiere agli obblighi fiscali derivanti dal possesso di un conto estero.

Quali sono gli obblighi fiscali derivanti da un conto trading estero?

Detenere un conto trading estero comporta due obblighi fiscali:

  • versare le imposte
  • dichiarare il conto 

Versare le imposte è il primo obbligo fiscale per non incorrere in sanzioni fiscali. Sostanzialmente si tratta di dichiarare i redditi percepiti dall’attività di trading. Se alla fine dell’anno fiscale risulta una plusvalenza è obbligatorio inserirla in dichiarazione dei redditi e versare l’imposta dovuta.

Le imposte si pagano solo sulle plusvalenze realizzate. Vogliamo precisare che le imposte non si pagano sui prelievi effettuati, perciò se si realizza una plusvalenza bisogna sempre versare l’imposta anche se non si preleva tale somma.

Il secondo obbligo fiscale da rispettare se non si vogliono rischiare sanzioni fiscali è quello di dichiarare il conto trading.  Quest’obbligo sussiste solo se il conto è all’estero, poiché il cittadino italiano dovrà presentare nel quadro RW del Modello Redditi Persone Fisiche il possesso di un conto all’estero.

Il quadro RW deve essere compilato, ai fini del monitoraggio fiscale, dalle persone fisiche residenti in Italia che detengono investimenti all’estero e attività estere di natura finanziaria, ai fini dell’Imposta sul valore dei prodotti finanziari dei conti correnti e dei libretti di risparmio detenuti all’estero (IVAFE).

Quali sono le sanzioni fiscali se non rispetto gli obblighi fiscali? 

Se non dichiaro il mio conto trading all’estero oppure se non verso le imposte o se commetto errori nell’ottemperare gli obblighi la normativa prevede due tipologie di SANZIONI FISCALI per i conti trading:

Omessa dichiarazione

° Sanzione fissa di €250 per infedele dichiarazione

° Sanzione dal 120% al 240% delle imposte dovute maggiorate di ⅓

° Proroga di 1 anno del termine di prescrizione se non si presenta la dichiarazione

Errata compilazione quadro RW del Modello Redditi Persone Fisiche

° Sanzione fissa di €258 entro 90 giorni per mancata compilazione

decorsi i 90 giorni

° Sanzione dal 3% al 15% delle somme non indicate in RW (le imposte sono raddoppiate se le attività sono in Paesi Black List*)

° Proroga di un anno del termine di prescrizione

I paesi che rientrano nella Black List sono i seguenti

Aruba, Bahama, Bahrein, Barbados, Belize, Bermuda, Brunei, Costa Rica, Dominica, Emirati Arabi Uniti, Ecuador, Filippine, Gibilterra, Gibuti, Grenada, Guernsey, Hong Kong, Isola di Man, Isole Cayman, Isola Cook, Isole Marshall, Isole Vergini Britanniche, Jersey, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Malaysia, Maldive, Mauritius, Monserrat, Nauru, Niue, Oman, Panama, Polinesia Francese, Principato di Monaco, Sark, Seicelle, Singapore, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Svizzera, Taiwan, Tonga, Turks e Caicos, Tuvalu, Uruguay, Vanuatu, Samoa

 

Ci sono i controlli da parte dell’Agenzia Entrate?

sanzioni fiscali conti trading

Con lo scambio di informazioni internazionale l’Amministrazione Finanziaria è in possesso dei dati di tutti i cittadini italiani dei beni posseduti all’estero. Ha la possibilità di vedere se vi sono conti correnti o conti deposito non dichiarati e ricondurli al titolare del conto. 

Questo processo deriva dall’impegno di moltissimi Stati, i quali hanno adottato tutte le misure necessarie al fine di incrementare il livello di trasparenza fiscale internazionale attraverso il reciproco scambio di informazioni.

Le banche italiane ad esempio comunicano all’Agenzia Entrate tutti i depositi effettuati verso l’estero da parte dei cittadini italiani.

Così facendo è diventato quasi impossibile per il Fisco non conoscere i rapporti intrattenuti all’estero da parte dei contribuenti italiani. E’ opportuno pertanto dichiarare il conto, ottemperando ai propri obblighi fiscali, per evitare le sanzioni.

Non hai ancora dichiarato il tuo conto, o hai una situazione problematica?

Affrettati ed evita sanzioni fiscali

 

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*I contenuti della presente pagina non costituiscono consulenza fiscale e i contenuti non possono sostituire la consulenza individuale di esperti per i singoli casi concreti

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4 passi per essere in regola con il Fisco

Detenere un conto trading in regime dichiarativo comporta alcuni obblighi fiscali.
Per essere sempre in regola con il Fisco è opportuno adempiere ai propri obblighi entro determinate scadenze.
Prima di vedere quali sono questi quattro passaggi che ci permetteranno di non avere problemi con il Fisco italiano ricordiamo che un conto trading estero va sempre dichiarato. Non vi sono soglie sotto le quali viene meno quest’obbligo. Se sei in minusvalenze o se non hai movimentato il conto devi comunque inserirlo in dichiarazione dei redditi ai fini del monitoraggio fiscale e del pagamento dell’imposta IVAFE.

 

Fisco conti trading

 

Hai un conto trading estero. Quando dichiararlo?

 

SEMPRE

 

1. Se sei in plusvalenza: devi sempre dichiarare il conto e versare le imposte sulla plusvalenza realizzata
2. Se sei in minusvalenza: devi comunque dichiarare il conto (quadro RW) e solo se inserisci le minusvalenze in dichiarazione potrai compensarle con successive plusvalenze per i prossimi 4 anni
3. Se non hai effettuato operazioni: ai fini del monitoraggio fiscale e del pagamento dell’imposta IVAFE devi comunque dichiarare il conto. I depositi esteri vanno sempre dichiarati, non vi sono soglie. La soglia di cui tanto si sente parlare di €5.000 è valida solo per i conti correnti, ma i conti trading sono conti deposito e non hanno soglie.

 

Vediamo ora quattro punti fondamentali per essere in regola con il Fisco ed evitare spiacevoli sanzioni fiscali.

 

1. Quando dichiarare?

I conti trading in Regime Dichiarativo (italiani e esteri) vanno sempre dichiarati nel Modello Redditi Persone Fisiche e versate le relative imposte entro il 30.06 dell’anno successivo.

Cosa succede se oltrepassiamo la scadenza?

Dopo la scadenza del 30 giugno vi è una seconda scadenza per il pagamento delle imposte ovvero il 31 luglio, con una maggiorazione dello 0,4% sulle imposte dovute.

 

Novità per il Modello Redditi 2024 (anno fiscale 2023)

⇒ 30 settembre: invio dichiarazione dei redditi tramite 730

Per il Modello Redditi Persone Fisiche 2024, riferito all’anno fiscale 2023, è stata introdotta una novità in quanto l’invio della dichiarazione dei redditi all’Agenzia delle Entrate deve essere fatto entro il 31 ottobre.

 

2. Come dichiarare il conto trading?

Per dichiarare il conto trading è necessario inviarci gli estratti conto del tuo broker nelle modalità espresse alla pagina “Quali dati consegnare a tasse Trading?”

Una volta ricevuti i dati prepareremo un preventivo e se verrà accettato procederemo con l’elaborazione. Entro 14 giorni dal pagamento riceverai un Modello Redditi precompilato da ricopiare in dichiarazione dei redditi.

 

3. Come sanare anni fiscali non dichiarati?

Spesso tanti clienti si accorgono in ritardo di non aver dichiarato il conto trading e intendono sanare le proprie posizioni per evitare sanzioni fiscali. Ma è sempre possibile dichiarare il conto oltre la scadenza? Quanti anni posso retrocedere?

Per rispondere a queste domande è necessario valutare con i nostri esperti fiscali caso per caso e studiare la vostra posizione.

In linea generale possiamo affermare che si è sempre in tempo per sanare la posizione con il Fisco Italiano usufruendo del ravvedimento operoso.

Tramite il ravvedimento, disciplinato all’art. 13 del Dlgs n. 472 del 1997 è possibile regolarizzare omessi o insufficienti versamenti e altre irregolarità fiscali, beneficiando della riduzione delle sanzioni.

Attraverso questo istituto prima si regolarizzano le posizioni non dichiarate meno sanzioni si dovranno versare.

Tasse Trading elabora anche conti trading di anni precedenti e può calcolare le imposte da versare.

 

4. Come fare in caso di controlli da parte dell’Agenzia Entrate?

Se sei già cliente Tasse Trading e ricevi un controllo da parte dell’Amministrazione Finanziaria non dovrai preoccuparti poiché i nostri esperti fiscali si occuperanno di eventuali verifiche in quanto garantiamo i calcoli rilasciati al cliente e siamo responsabili in caso di sanzioni.

Se ancora non sei cliente e ricevi una contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate contatta Tasse Trading e ti supporteremo nella fase di controllo.

Recentemente l’Agenzia Entrate ha inviato lettere di compliance, invitando i trader a regolarizzare la posizione. Contattaci subito per ricevere assistenza!

Per qualsiasi dubbio o per valutare la tua situazione con i nostri esperti fiscali ti ricordiamo che siamo sempre a disposizione per aiutarti ad adempiere ai tuoi obblighi fiscali e a regolarizzare la tua posizione con il Fisco Italiano.

Evita problemi con il Fisco! 

 

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Scadenza Fiscale 2024 – Conti Trading

Scadenza Fiscale Conti Trading

Quali sono le scadenze fiscali?

 

30 GIUGNO: Pagamento imposte Modello Redditi PF

30 LUGLIO: Pagamento imposte Modello Redditi PF con maggiorazione 0.40%

Novità per il Modello Redditi 2024 (anno fiscale 2023)   

30 SETTEMBRE : invio dichiarazione con 730

31 OTTOBRE: invio telematico Modello Redditi Persone Fisiche + invio “Redditi correttivo/integrativo” al 730

Per il Modello Redditi 2024, riferito all’anno fiscale 2023, è stata introdotta una novità in quanto l’invio della dichiarazione dei redditi tramite 730 all’Agenzia delle Entrate deve essere fatta entro il 30 settembre.

 

Le scadenze per l’invio delle dichiarazioni dei redditi sono passate? Forse è ancora possibile presentare la dichiarazione dei redditi versando una piccola maggiorazione sulle imposte da versare effettuando il ravvedimento operoso.

Non hai ancora dichiarato gli anni precedenti? Contattaci al più presto ed evita sanzioni fiscali!

 

Come fare se non hai ancora dichiarato il conto trading?

Se non hai ancora dichiarato il tuo conto trading in regime dichiarativo affrettati subito e contatta Tasse Trading.

Riceverai un preventivo personalizzato e gratuito. Se accetterai, elaboreremo entro 14 giorni il tuo conto e prepareremo un Modello Redditi precompilato.

Non aspettare l’ultimo momento! Affrettati per evitare di oltrepassare la scadenza e rischiare sanzioni fiscali.

 

Sei in minusvalenza, puoi non dichiarare il conto?

NO. Se il conto è all’estero bisogna sempre inserirlo in dichiarazione dei redditi anche se in perdita o anche se non è stato movimentato. Ai fini del monitoraggio fiscale e del pagamento dell’imposta IVAFE il conto va sempre inserito nel quadro RW.

 

Il servizio di Tasse Trading è tutto online?

Certamente, una volta accettato il preventivo ed effettuato il pagamento entro 14 giorni Tasse Trading elaborerà il conto e preparerà la documentazione da inviare al cliente. Non sarà necessario inviare per posta o stampare la documentazione. Il servizio è interamente in via telematica.

 

Hai aperto un conto trading?

Potrai contattare Tasse Trading. Ti consigliamo di farlo nei primi mesi dell’anno per usufruire di sconti molto vantaggiosi. Nel frattempo potrai contattare i nostri esperti fiscali per qualsiasi dubbio e informazione.

 

Vuoi sapere quali sono le scadenze fiscali per i conti trading?

Il 30 giugno ci sarà la prima scadenza per il pagamento delle imposte e il 30 luglio la seconda scadenza con una maggiorazione dello 0.40%. Contattaci nel mese di gennaio per ricevere le scontistiche migliori.

 

Se invece non hai ancora dichiarato il tuo conto trading

NON PERDERE LA SCADENZA!

 

 

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